La dottoressa e il parto prematuro: «La bimba era cianotica, ora è salva»
L’esperta del 118: «La puerpera sanguinava, tutto è andato bene»
che per cinque anni ha lavorato nel centro clinico maschile di Rebibbia. «Un’esperienza completamente diversa - racconta -, eccezionale sotto il profilo umano e professionale, quando accetti di fare un lavoro come quello non ti deve interessare la storia della persona che hai davanti, tutti hanno diritto a un’uguale assistenza, a essere trattati con dignità. Sarà che sono nata al Tufello, e che sono abituata a certi discorsi, ma ho visto tanta violenza e tanta indifferenza verso queste persone. Non dico che cambiano tutti, ma bisogna dare a tutti una speranza».
Dal carcere alla strada. Al- l’automedica, «unica nel suo genere in Europa, con il medico a bordo h24. Salviamo vite, non dico tutte, ma siamo addestrati ad affrontare infarti e ictus nel più breve tempo possibile. Anche solo cinque minuti possono essere decisivi. Ricordo che all’inizio ci battevano sull’ambulanza per farci partire subito. Ma noi - sottolinea con forza la dottoressa - non facciamo solo trasporto: il compito del medico sul territorio è quello di fare la differenza, trasformare codici rossi in codici gialli, prima di arrivare in ospedale».
A Rebibbia
Dalle cure a 1.800 detenuti all’emergenza: «Salviamo vite, anche i minuti sono decisivi»
❞ Fra tante tragedie una bella storia. E non avevo mai tagliato un cordone ombelicale