«Inventaria», la vetrina del teatro off
Venticinque compagnie e un mese di debutti in quattro sedi
«Inventaria» dal latino invenio, trovare. Ma anche «Inventaria» come invenzione, novità, o come un inventario carico di diversità. E infine «Inventaria» come una grande ventata d’aria fresca. «Perché il teatro è ossigeno, sa sorprendere, respira da millenni», recita lo slogan dell’ottava edizione del festival di drammaturgia contemporanea targato DoveComeQuando: «Inventaria», fino al 10 giugno in quattro sale off della città.
Sono il Teatro Argot Studio, Carrozzerie n.o.t., il Teatro Trastevere e lo Studio Uno. In un ideale triangolo metropolitano che coinvolge centro storico e periferia, con le sue punte nei quartieri di Ostiense, Torpignattara e Trastevere dove sono in arrivo venticinque compagnie da tutta Italia per oltre un mese di spettacolo. Ventuno in tutto i titoli in concorso, selezionati dalla direzione artistica di Pietro Dattola e Flavia Germana de Lipsis tra le quattrocento candidature presentate, cui si aggiungono cinque proposte fuori concorso.
«Sempre all’insegna dell’indipendenza, perché la rassegna è interamente autofinanziata — precisa Dattola — e dell’eterogeneità, sia sul piano degli argomenti che dei linguaggi e delle intenzioni: denunciare, interrogare, contemplare, ricordare, proporre». Così nel cartellone, tra sette prime nazionali e altrettante romane, si scorrono proposte di nuovo circo, teatro civile, sperimentazione, riscritture di classici e teatro danza. Da In terra in cielo di Silvia Garbuggino e Gaetano Ventriglia alla compagnia Quintoequilibrio che firma Una vita a matita di Quinzio Quiescenti e Lorenzo Covello. Dall’aggancio alla cronaca di Alessandro Sesti in Fortuna — diretto da Erica Morici sull’omicidio nel 2014 di Fortuna Loffredo a Caivano — all’introspezione di Giorgio, scritto, interpretato e diretto da Nexus per raccontare il rapporto affettuoso ma conflittuale col padre scomparso per un cancro.
«Con la moltiplicazione degli schermi (e la riduzione degli schemi) di fruizione, decidere di uscire e partecipare a un evento vivo, che inspira ed espira a pochi centimetri da te, diventa sempre più un regalo fatto a se stessi — conclude Dattola — dove la fruizione si fa esperienza. La prossimità, comunità. Lo spazio, immaginazione. Questa è l’irripetibile bellezza del teatro off» (info e calendario: www.dovecomequando.net).