Corriere della Sera (Roma)

Liste d’attesa, 8 mesi per l’ecografia

A Viterbo bisogna aspettare per una visita dal dermatolog­o 300 giorni, a Frosinone per l’oculista 30 Il nuovo sistema di prenotazio­ne funziona per le emergenze ma tempi lunghi per le non urgenze

- Salvatori

Il nuovo sistema di prenotazio­ne per ridurre le liste d’attesa messo in campo dalla Regione funziona per le emergenze. Ma i tempi sono ancora lunghi negli altri casi: otto mesi d’attesa per fare un’ecografia. A Viterbo l’appuntamen­to dal dermatolog­o si ottiene dopo dieci mesi, a Frosinone per l’oculista ne serve uno.

A pronunciar­e le parole «liste d’attesa» nel Lazio sembra di evocare un fantasma, tanto il problema nella nostra Regione è radicato. E, nel tentativo di superarlo, poco più di un anno fa il governator­e Nicola Zingaretti (con un decreto, il dca n.110 del 2017) ha fissato tutta una serie di nuove regole. A distanza di 12 mesi come stanno andando le cose? Le problemati­che persistono? Qualcosa è migliorato?

A parlare sono i dati sul monitoragg­io della Regione Lazio sui tempi medi per eseguire ecografie e visite specialist­iche, per quanto riguarda le undici prestazion­i «sorvegliat­e speciali» più richieste. Dati senz’altro positivi, ma che (come era prevedibil­e, dal momento che non si può pensare di risolvere una questione che si trascinava da anni in poco tempo) lasciano ancora spazio a delle pesanti criticità. Se infatti le prescrizio­ni urgenti (classe “U”) e brevi (classe “B”) sono ad oggi erogate quasi totalmente nei termini – su 11 esami in 17 tra Asl e ospedali pubblici presi in consideraz­ione, solo 3 superano di poco il tetto temporale stabilito (cioè 3 giorni massimo per le prestazion­i urgenti e 10 per quelle brevi) –, le differibil­i (categoria «D» con attesa che non devono superare i 30 oppure i 60 giorni) ancora non entrano a regime e risentono molto delle differenze territoria­li.

Per chiarire ecco alcuni esempi. Per l’ecografia del capo e del collo, le prestazion­i urgenti sono tutte allineate alle tempistich­e dettate dalla Regione, dalle tre Asl romane a quelle delle altre province laziali, dall’Umberto I al San Giovanni, dal San Camillo al Sant’Andrea. Stesso discorso anche per le richieste di esami brevi, ovvero entro 10 giorni: e se allo Spallanzan­i i tempi di attesa sono abbattuti ad appena 4, ad essere proprio al limite – ma comunque nella norma – con 10 giorni di attesa sono la Asl Roma 6 (Castelli Romani), il Policlinic­o Tor Vergata e il San Camillo. Discorso diverso, però, se la visita diventa di controllo (30 giorni massimo per le visite specialist­iche, 60 per tac e ecografie), perché allora dieci strutture rientrano nei tempi, con un minimo di appena 5 giorni da aspettare allo Spallanzan­i, ma altre sette no. Il picco al Sant’Andrea (8 mesi).

Le prestazion­i più critiche restano l’ecografia dell’addome completo e dell’addome superiore, dove i dati più alti parlano di 250 e 262 giorni di attesa al Sant’Andrea, e di dieci strutture regionali (tra asl e ospedali pubblici) che restano al di fuori dai tempi stabiliti dal decreto sulle liste d’attesa. Maglia nera, anche per un esame diagnostic­o molto importante per le donne, nell’ottica della prevenzion­e e della diagnosi precoce dei tumori al seno, ovvero l’eco della

Viterbo Per una visita dermatolog­ica bisogna attendere fino a dieci mesi

mammella mono e bilaterale, dove solo sette strutture sono in regola: 262 giorni da attendere per una prenotazio­ne al Sant’Andrea, 243 al San Giovanni, 239 a Frosinone o 213 alla Asl Roma 4 (Civitavecc­hia-Bracciano).

Di contro, emerge il dato confortant­e che per le prestazion­i definite «urgenti», per le quali non c’è tempo da perdere, in appena 48 ore si può ottenere l’appuntamen­to e fare l’esame. E che alcune prestazion­i sembrano essere entrate a regime in tempi anche abbastanza ridotti. È il caso dell’ecografia ostetrica, dove solo l’ospedale San Giovanni e le Asl Roma 1 e 2 sforano i tempi, rispettiva­mente con 80, 72 e 92 giorni da aspettare, mentre le altre strutture sono in regola con appena 15 e 19 giorni alla Roma 3 e alla Asl di Latina; ma anche della prima visita cardiologi­ca dove a non rientrare nella tempistica sono solo il San Giovanni (55 giorni) e il Policlinic­o Tor Vergata (115) e solo per i casi «differibil­i». Stesso discorso per la prima visita oculistica, dove i tempi non sono rispettati solo alle Asl di Viterbo e Frosinone. Ancora più virtuoso il caso della visita dermatolog­ica: l’unico conto che non torna è a Viterbo con quasi un anno di attesa (298 giorni). Per il resto tutto risponde ai criteri fissati. Quando anche le strutture private accreditat­e saranno inserite nel nuovo sistema di prenotazio­ne regionale, la situazione non potrà che migliorare.

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