Muore a 2 anni Indagati tre medici
Il piccolo è deceduto al Bambino Gesù di Palidoro. Il pm aveva chiesto l’archiviazione, il gip ha detto no
La tragica scomparsa di Fabio Cappolecchia, due anni, morto dissanguato lo scorso 7 giugno, pochi giorni dopo l’operazione per asportare le tonsille, avrebbe potuto essere evitata rinviando l’operazione di ventiquattro mesi. È il dubbio che ha convinto il gip Massimo Di Lauro a respingere la richiesta della procura di archiviare l’inchiesta sulla morte del bambino. Il gip, infatti, ha ordinato al pm di verificare se l’intervento, definito «rischioso», fosse differibile in attesa che Fabio compisse quattro anni.
Nell’ordinanza, con cui dispone nuove indagini, il gip Di Lauro ha invitato il pm a iscrivere nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo i tre medici del Bambino Gesù di Palidoro che hanno avuto in cura il bambino dal giorno dell’operazione fino al decesso. La procura aveva chiesto l’archiviazione dopo che l’autopsia aveva concluso come la morte fosse dovuta alla rottura imprevedibile di una sutura. Ricostruzione cui si sono opposti i legali della famiglia, gli avvocati Emiliano Bartoletti e Giuseppe Caparrucci, ottenendo un supplemento d’indagine.
Ora è opportuno fare un passo indietro al giorno della scomparsa di Fabio: la sua morte risale alla sera del 7 giugno del 2017. Poche ore prima, il bimbo è visitato da un medico del Bambino Gesù di Palidoro. Un controllo per verificare come si sta rimarginando la ferita. Qualcosa però dopo il check up va storto. Fabio comincia all’improvviso a perdere sangue dalla bocca davanti ai genitori che impotenti guardano spirare il loro bambino. Il primo a dover essere indagato, secondo il gip, è il medico che ha svolto la visita quel giorno. Poi vanno iscritti i dottori che hanno operato Fabio il 31 maggio.
Nell’ordinanza il giudice Di Lauro indica qual è il nodo da sciogliere entro 90 giorni. Si arriva all’intervento perché Fabio, ricorda il gip, soffre di episodi di russamento e di apnee notturne che gli complicano la respirazione. Il punto interrogativo è capire se questi problemi siano legati a una cura medica somministratagli in quel periodo. Ma soprattutto il gip si domanda «se le condizioni di Fabio fossero così gravi da non poter attendere il compimento del quarto anno per l’esecuzione di un intervento che presentava profili di rischio perché ci si trova al cospetto di un bimbo in procinto di compiere appena due anni».
Dall’Istituto scientifico Bambino Gesù, di proprietà del Vaticano, replicano: «Tutto risulta eseguito correttamente sia durante l’intervento, che nel corso della visita».
L’ospedale «Tutto è stato eseguito correttamente, sia durante l’intervento sia nella successiva visita»