Raggi: appalti lenti, avviata un’inchiesta sulle difficoltà interne
Gentile Direttore, ho molto apprezzato l’editoriale di Federico Fubini dal titolo «Buche, serve un unico appalto europeo», pubblicato su queste pagine il 13 maggio scorso: un intervento che mette da parte ogni pregiudizio e ogni polemica per alzare il livello del dibattito rispetto ad un problema, quello della manutenzione stradale, che riguarda Roma e molte città italiane.
C’è un tema di fondo che l’articolo di Fubini affronta con coraggio: la necessità di intervenire con maggiore rapidità per la realizzazione dei lavori pubblici, coniugando questa attività con il contrasto alla corruzione. Una questione, quest’ultima, che sfortunatamente ha visto la nostra capitale protagonista delle cronache giudiziarie di qualche anno fa.
Tutti ricordiamo quelle inchieste, etichettate “asfalto e mazzette”, che hanno svelato un sistema di corruzione attraverso il quale funzionari compiacenti hanno permesso ad aziende “amiche” di aggiudicarsi i lavori di rifacimento delle strade e consentito che questi lavori venissero effettuati senza alcun controllo. Non si tratta di dare le colpe ad altri ma non possiamo far finta di nulla: per rimediare ai danni del passato servono tempo e risorse. Sulla stessa linea proposta dal vostro articolo, vorrei alimentare il dibattito e proporre alcune riflessioni.
Nell’ultimo anno e mezzo, abbiamo messo in campo più di 100 interventi per oltre 90 milioni di euro: 50 lavori sono conclusi, 25 in corso e gli altri in gara. Si tratta di cantieri per il rifacimento di interi tratti di strade e non di “tappare le buche”, attività alla quale si dedicano quotidianamente le squadre di pronto intervento. “Tappare le buche”, però, serve a poco: il lavoro realizzato con i sacchetti di asfalto resiste soltanto pochi mesi.
Questi investimenti riguardano la grande viabilità, di competenza dell’amministrazione centrale del Campidoglio (800 km circa). A questi va aggiunta la viabilità dei 15 Municipi di Roma, ai quali l’anno scorso abbiamo destinato 40 milioni di euro. Complessivamente per il solo 2018 abbiamo stanziato in bilancio circa 140 milioni di euro, per la manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilità principale e municipale.
Certamente non è abbastanza, a fronte di oltre 1 miliardo di euro stimati per riasfaltare integralmente le strade di Roma. Vogliamo e dobbiamo fare di più. Ma purtroppo il bilancio capitolino non ha ulteriori margini proprio a causa di quegli episodi di corruzione e che negli anni hanno portato ad un debito di 13 miliardi di euro. Oltre l’80% delle risorse capitoline viene assorbito da contratti di servizio (trasporto pubblico locale, gestione dei rifiuti, etc), costi del personale, impegni finanziari: tutte cifre obbligate. La restante quota viene utilizzata per sociale, verde, scuola… e per finanziare gli investimenti. Oltre a ciò paghiamo anche una rata da 200 milioni di euro l’anno proprio per estinguere il debito che ci hanno lasciato. Stiamo facendo il massimo e - lo sottolineo con orgoglio - non creando ulteriori debiti.
Venendo alle soluzioni proposte, e in particolare all’idea di un mega-appalto europeo che individui un gestore unico della manutenzione stradale, ritengo che non rappresenti necessariamente una soluzione. Non sempre “grande” è sinonimo di efficiente. Ad esempio, l’ultimo “appaltone” - quello affidato alla Romeo Gestioni nel 2006 - scontò una serie di negative vicende gestionali e giudiziarie, prima di essere addirittura revocato.
Tornando al tema della manutenzione stradale e, più genericamente, dei lavori pubblici, Fubini ha centrato pienamente il bersaglio quando ha toccato la questione delle gare.
Sui tempi delle gare influiscono due fattori principali: il tema dei ricorsi sugli appalti e quello dei funzionari timorosi di firmare qualunque cosa. Noi vogliamo lavori fatti bene, interventi strutturali, procedure regolari. E ci stiamo impegnando per accelerare: abbiamo avviato un’indagine interna sulle difficoltà di riunire le commissioni aggiudicatrici. Stiamo studiando diverse modalità innovative di affidamento degli interventi di manutenzione stradale.
E’ questo il tema su cui dibattere a livello nazionale: garantire la piena legalità coniugandola alla massima rapidità di esecuzione dei lavori. Non solo i cittadini ma anche le aziende lamentano i tempi della pubblica amministrazione. E’ questa la vera sfida che dobbiamo affrontare nel nostro Paese. Sono certa che il suo giornale potrà dare impulso ad un dibattito alla ricerca di soluzioni.
Il passato Secondo Virginia Raggi
(foto) «per rimediare ai danni del passato occorrono tempo e denaro»