Percussioni e griot Tutti i ritmi dell’AfroFestival
Musiche e danze da Mali, Guinea, Gambia Burkina Faso, Costa D’Avorio e Senegal
Il vento caldo dall’Africa, con una carovana di suoni, colori e sapori, è in arrivo dal primo al 3 giugno per la quarta edizione dell’AfroFest, ideato e organizzato da Destination West Africa con il sostegno di Mibact e Siae.
Un Festival eco-sostenibile, tra concerti, workshop, gastronomia e notti di musica illuminate dalla luce morbida dei falò, che è interamente dedicato alle arti tradizionali dell’Africa occidentale. E che si prepara a trasformare gli spazi della Cooperativa Agricoltura Nuova, all’interno della riserva naturale di Decima Malafede, in un grande villaggio multiculturale animato da cantanti, danzatori, chef e artigiani provenienti dal Mali, Guinea, Burkina Faso, Gambia, Costa D’Avorio, Senegal e anche dal Brasile. È il caso di Doudou Ndiaye Rose Thioune, star senegalese residente a San Salvador de Bahia. Il raffinato musicista, custode dell’antica tecnica delle percussioni Sabar e padre dell’Ataba Sabar (stile che mescola il suono del tamburo Wolof al ritmo del samba e del candombe), arriva infatti a Roma non solo per esibirsi insieme al figlio Pape e il fratello Ady, ma anche per un atteso seminario riservato a percussionisti e musicisti.
Grazie a presenze come la sua l’AfroFest è diventato un appuntamento imperdibile per gli appassionati di musica africana, l’occasione unica per incontrare da vicino strumenti, virtuosi e griot. Ovvero i cantori, come Kadi Kouibaly musicista e cantante solista del gruppo Parissi del Burkina Faso. O come Alieu Saho, giovanissimo griot del Gambia che a soli diciannove anni si è guadagnato un posto di prestigio tra i maestri che suonano la tipica kora. In calendario anche i live di Oumar Kone dal Mali, delle danzatrici Fadima Konate e Awa Kouyaté, di Sory Diabate dalla Guinea, riconosciuto come il migliore balafonista della sua generazione, e dei fratelli Diouabate: Sourakhata, coreografo e musicista famoso per le performance di tamburi bassi, e Lancei con cui ha fondato l’ensemble Anyewa Mandeng. Tra le altre attività workshop di danza e musica, laboratori creativi per bambini (dalla costruzione di giocattoli e maschere alla danza e le letture di fiabe africane), passeggiate sui percorsi della riserva naturale, un mercatino con stand di artigianato e prodotti tipici. Infine un ristorante dove il menù lascia incontrare le spezie e le ricette africane con le materie prime della Cooperativa Agricoltura Nuova, da anni impegnata nella salvaguardia dell’area, nella produzione agricola biodinamica e negli allevamenti biologici. Sapore africano a km-zero.