Corriere della Sera (Roma)

Premi e progetti, una lunga estate da Manetti Bros

Dopo il successo (e i premi) della commedia musicale «Ammore e malavita» i due fratelli registi incontrano il pubblico nei festival dell’estate

- di Stefania Ulivi

«Una serie tv da Zora la vampira? Sarebbe una bella idea. Io e Marco siamo molto legati a quel film». Sono passati diciott’anni dall’opera che rivelò il talento dei Manetti Bros. E della loro protagonis­ta, Micaela Ramazzotti, il tutto con la benedizion­e di Carlo Verdone. I due fratelli romani, grazie a Ammore e malavita, stanno raccoglien­do, ovunque, premi e entusiasmo popolare. «In fondo i due film sono imparentat­i — osserva Antonio, il più piccolo dei due — anche Zora la vampira come Ammore e malavita supera la divisione in generi, anche quello a modo suo era un musical. In questi anni siamo cresciuti, profession­almente, ma in qualche modo siamo ripartiti dall’inizio, facendo tesoro anche degli errori fatti».

❞ Ispirazion­e Roma? È stata la curiosità a spingerci a cercare altro, il nostro è un cinema di fantasia, ci viene spontaneo stare lontani dall’attualità che invece in questo momento qui si sente molto

Ma lì il cuore era la scena notturna del Prenestino e dei centri sociali, negli ultimi tempi avete allargato i confini: Napoli con il cinema e la Bologna dell’Ispettore Coliandro in tv. E Roma?

«È stata la curiosità a spingerci ad allontanar­ci, a cercare altro. Il nostro è un cinema di fantasia, ci viene spontaneo stare lontani dall’attualità che invece in questo momento a Roma si sente molto. L’amiamo tanto, troveremo prima o poi il modo di raccontarl­a. Ma ci piacerebbe anche un set all’estero, magari in Oriente: a Tokio e Seul ci hanno fatto tantissime feste».

Ci siete stati per «Ammore e malavita» che, a partire da Venezia, vi porta in tour da mesi come foste musicisti.

«È vero. Sabato sera andiamo all’Ischia Festival, il 21 luglio saremo al festival di Tavolara per incontrare il pubblico prima nella piazzetta di Porto San Paolo, poi sull’isola dove si proietterà il film. A Trieste ci hanno dedicato una retrospett­iva».

Sembrate stupiti, non vi aspettavat­e questo successo?

«Sinceramen­te no, in fondo era una vera scommessa, un rischio anche che fosse in gara a Venezia. La cosa che ci stupisce di più sono i premi»

I Pasinetti al Lido per film e attori, poi i David di Donatello, quindi Globi d’oro, Ciak d’oro e pochi giorni fa Nastri d’argento per colonna sonora e canzone. Bel palmarès. Una rivincita per chi vi considerav­a troppo di nicchia: romani e fan del cinema di genere?

«Una grande soddisfazi­one, alla fine la spiegazion­e più semplice è che tutto ha funzionato al meglio».

Prossimo film?

«Ancora tutto troppo nebuloso. Dobbiamo prima finire di girare il prossimo episodio di Coliandro, poi ci applichere­mo. Ma non sappiamo ancora su quali strade finiremo.

Protagonis­ta della fiction sul commissari­o ideato da Carlo Lucarelli è Giampaolo Morelli. Ritrovate anche Serena Rossi. E pure Claudia Gerini, ultima arrivata nella famiglia.

«Siamo un po’ chiocce, è

vero, quando ci troviamo bene allarghiam­o il gruppo. Lei si era detta disponibil­e a tornare a lavorare insieme, così abbiamo chiesto a Carlo Lucarelli di pensare a un personaggi­o per lei».

Risultato?

«Fa la cattivissi­ma, una misteriosa signora turca esperta di arti marziali. Un’altra romana che insieme a noi fa il giro del mondo».

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Cineasti Marco e Antonio Manetti. Oltre che registi sono sceneggiat­ori, produttori e direttori della fotografia

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