Michele e sua madre, arresti in famiglia
Lui aveva ottenuto i domiciliari ma non può andare a casa: in manette pure lei
Il Tribunale gli concede una chance dandogli l’obbligo di firma, anziché il carcere o i domiciliari, dopo l’arresto perché in possesso di hashish. Ma Michele De Libero, 26 anni, sfrutta questa seconda occasione andando a ottemperare alla misura in caserma con le tasche gonfie della sua inseparabile droga, appunto l’hashish. Succede martedì pomeriggio alle 19, momento in cui cominciano le 24 ore più fantozziane di questo ragazzo più simile a Mister Bean che a un delinquente.
Quando varca la soglia della stazione dei carabinieri di Tor Bella Monaca due giorni fa, De Libero è sorridente. I militari lo conoscono bene avendolo fermato dieci giorni prima. E poi va lì tutti i giorni per firmare, ormai si sente di casa. Certo quelle gobbe sui pantaloni sono strane. E fanno insospettire i carabinieri. Uno di loro gli chiede cosa abbia in tasca. E lui fa spallucce: «Nulla». Risposta che puzza di bugia. Perquisito, salta fuori la droga. Inevitabili le manette.
Ieri la convalida in aula, la numero 23. Il giudice deve decidere se lasciare il 26enne in carcere o concedergli i domiciliari a casa della mamma, come chiede. Il giudice è favorevole, come pure il pm. Prima comunque va avvisata la signora. Che, però, è irrintracciabile. Dov’è? Nell’aula accanto, la 24, pure lei in convalida, arrestata per un furto la notte prima. E cosi Michele finisce in cella.