Ammirare Spoleto cenando da Tric Trac
Chissà se un tempo ai tavoli del Tric Trac di Spoleto ci si ingaglioffiva, come disse di sé Machiavelli, giocando ai dadi. Si spiegherebbe il nome di uno dei ristoranti più belli del mondo. Non all’interno, per carità, con quel torvo stile umbro simil medievale, bensì all’esterno. Prenotare un tavolo per la dolce ora del crepuscolo, meglio se adesso, durante il Festival, uno di quei tavoli affacciati sulla piazza, sul Caio Melisso, sulla scalinata, sulla facciata del duomo è un’esperienza visiva inarrivabile, per via del paesaggio architettonico e per quello umano, antropologicamente assai interessante: teatranti, buona società romana un po’ senescente ma combattiva, frotte di celebrati intellettuali. E il cibo? Il menu è fermo, fisso, frontale come un’icona bizantina. Ci sono i caposaldi della non elettrizzante cucina umbra. Consigliamo di andare sul semplice: la frittata bavosa e poco altro.