Corriere della Sera (Roma)

Zarate va al Velez, minacciato di morte La famiglia furiosa: Mauro un traditore

- S. A.

Èun po’ come se, quando era una bandiera della Lazio, avesse salutato tutti e si fosse venduto alla Roma. Maurito Zarate l’ha fatto a Buenos Aires: ha mollato il Velez Sarsfield, il club nel quale è cresciuto e al quale aveva giurato fedeltà eterna, e si è buttato tra le braccia degli acerrimi rivali del Boca Juniors. Gli è andata peggio di quanto sarebbe capitato da noi, perché non si sono infuriati solo i tifosi – se lo poteva anche aspettare, in fondo, benché i termini usati siano andati ben oltre la civiltà – ma addirittur­a la sua stessa famiglia. Il fratello Rolando, ad esempio, gliel’ha giurata: «È un traditore. Ha fatto qualcosa che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato e che sta danneggian­do anche la nostra famiglia. Per noi, non esiste più». Ripudiato, insomma. E non solo da un fratello, bensì da tutti gli Zarate, compreso quel Sergio che da noi ricordiamo in quanto ex giocatore dell’Ancona molto caro alla Gialappa’s ai tempi di Mai dire gol. I tifosi hanno bruciato in piazza la maglia del Velez con il nome di Zarate, Maurito ha ricevuto minacce di morte e lo stesso è capitato addirittur­a alla moglie Natalie la quale, terrorizza­ta, ha raccontato: «Ucciderann­o noi e i miei figli. Ce lo hanno detto su Instagram, su Twitter, perfino su Whatsapp. La gente non capisce che questo è solo lavoro, la tensione è altissima». Tanto che la scuola frequentat­a dalla figlia Mia sarebbe stata evacuata per l’annuncio di una bomba al suo interno. E lui, Zarate? Ha chiesto scusa, ma non ai familiari: «Non ho dormito per 25 notti, poi ho fatto una scelta che è solo sportiva, non economica. È ai tifosi che devo chiedere scusa. Solo a loro, però».

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Argentino Mauro Zarate, 31 anni

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