«Bravi, andate avanti con lo spray»
Da Monti a piazza Venezia con lo spray giallo
«Cerchiatele tutte, bravi, avanti così!».
Laggiù, di vedetta in Campidoglio, c’è un vigile. Solca la scalinata in orizzontale, avanti e indietro, avanti e indietro. Forse vede tutto con la chiarezza di un fermo immagine: il motorino che rallenta all’improvviso, la mano aperta contro le altre macchine «alt, aspettate» - la bomboletta agitata sui sampietrini, la turista inglese che nel dubbio schiaccia il tasto «Rec» e infine, quando tutto torna a scorrere, quello strano cerchietto giallo che prima non c’era e invece adesso contiene la buca più grande di Piazza d’Aracoeli.
O forse no, pensandoci bene quel vigile è troppo lontano, certo che non può aver visto. Così, indecisa fino all’ultimo, Maria si fa forza e si avvicina, sussurrando piano: «Cerchiatele tutte, bravi, avanti così!».
La campagna contro le buche di Roma - ingabbiarle con delle segnalazioni sull’asfalto come ha chiesto Graziella, la mamma di Elena Aubry, morta a 25 anni sulla disastrata via Ostiense – ha aperto anche un piccolo caso sul piano tecnico: i vigili, e tutte le forze dell’ordine, come devono comportarsi davanti ad un’iniziativa del genere? Multare come si fa coi vandali che imbrattano le città? Oppure chiudere un occhio? Sempre Graziella Viviano ieri ha lanciato un altro appello: «A tutte le forze dell’ordine: siete quelli che ci aiutate in un incidente. Abbiamo bisogno di voi, adesso. Ho particolare rispetto e stima per le forze dell’ordine. Sono sulla strada, come noi e a servizio del cittadino. Adesso vi capiterà di vedere pedoni ciclisti, motociclisti, automobilisti che si fermeranno sulle strade per segnare buche e dossi. Non è solo l’obbligo morale che spinge a farlo, ma proprio il Codice penale che lo avalla». Articolo 54, scrive Graziella, sullo stato di necessità: non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità
di salvare sé o altri dal pericolo attuale del grave danno alla persona sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo. «Loro stanno impedendo con il loro gesto che qualcuno ci cada dentro e muoia. Si muore, non è uno scherzo, penso che a me possiate credere. Bene, se aiutate questi volontari, applicate appieno non solo un obbligo secondo quanto recita il Codice penale, ma fate
un atto di dignità e di civiltà verso i cittadini, verso voi stessi». Comunque ieri, a Roma, non c’erano vigili. Probabilmente per lo sciopero, che li avrà assorbiti in altri ingorghi lontani dal centro. Fatto sta che il tema delle multe tra gli applausi e l’entusiasmo della gente - sembrava lontanissimo.
Prima tappa a Monti, via Leonina. «Quei sampietrini sono sconnessi da quando lavoro qui, mesi, nessuno ha mai pensato di asfaltarli». Una signora passa e reagisce anche lei con un segno: chiude le dita in un ok, «ben fatto». Un’altra, che appare con la sua Vespa in via Milano, ci urla «grazieeeeeee». E qui nasce il dibattito. «Mi chiamo Camusi - esordisce questo signore d’altri tempi che si presenta col cognome -: so tutto di questa iniziativa e fate bene a cerchiare le buche anche se dovete dire che sono il risultato di anni e anni di incuria e che non è colpa di quelli di adesso». Ha forse votato Raggi? «No, sono romano ma da un po’ vivo a Torino. Però sì, ho votato Appendino, la colpa non può essere solo la loro. E
Graziella Viviano
«Si sta impedendo, con questi gesti, che qualcuno ci cada dentro e muoia»
comunque mi faccia dire ancora una cosa: non avrebbe nessun senso fare le multe, nessuno, è una questione di buon senso, l’intento è salvare gli altri mica danneggiare le strade». Il problema, di nuovo, non si pone perché anche qui – alle 11,15, sono già due ore di viaggio senza vigili nel centro di Roma – nessuno ci ferma. Solo Elisa, addirittura per complimentarsi: «Faccia faccia - sorride complice passo quando ha finito».
E poi via IV Novembre, rattoppata - male - dopo il Giro d’Italia e ancora «bombardata». Eccola, la buca. Quella vicino al semaforo pare micidiale. La bomboletta è già fuori dalla borsa. Fermo al semaforo il tassista fissa e non capisce: «Ma guarda te questi». Si scosta con l’auto e sgomma via. Ma verrà criticato: «Lasciatelo perdere. Piuttosto, che ne farete di queste segnalazioni: raccogliete delle denunce, farete un esposto o cosa, si può firmare da qualche parte?». Le segnalazioni, ormai, sono tantissime. Dentro Roma e, notizia, anche fuori: «Questi “segni” – ha scritto Graziella ieri - me li hanno mandati dalla provincia di Belluno. Questo nostro è un grande Paese, ricco di persone di cuore, altruismo dignità. Mi convincete ogni giorno di più che lottare per salvare queste vite, le vostre vite, sia la migliore battaglia possibile. Siete grandi!!!».