Corriere della Sera (Roma)

«Intervenga il governo»

Ciucci, vicepresid­ente di Acer e imprendito­re del settore: «La manutenzio­ne superficia­le non serve»

- V. Cost.

Le strade di Roma come il «ponte di Messina»: grandi opere per cui servono fondi struttural­i. È necessario l’aiuto del governo sull’emergenza strade secondo Antonio Ciucci, vicepresid­ente di Acer: «Anni di ritardo, ora agire insieme», riassume.

«Le strade di Roma andrebbero valutate come una grande opera, serve l’aiuto del Governo»: rete viaria capitolina come il ponte di Messina in sintesi per Antonio Ciucci, presidente della Ircop (impresa impegnata tra edilizia e infrastrut­ture) e vicepresid­ente di Acer, l’associazio­ne dei costruttor­i romani.

Ingegnere, esiste un modo per asfaltare in modo decente una strada?

«Non c’è un’unica modalità, ma la partenza è una sola, ovvero il monitoragg­io. È fondamenta­le per capire se devi rifare il sottofondo o solo gli strati superficia­li. A Roma da anni si effettuano solo manutenzio­ni di questo tipo, i cosiddetti “tappetini” da tre centimetri. È come se a casa avessimo un pavimento sconnesso e ci mettessimo sopra un tappeto. L’altro problema sono le opere in sottoservi­zi, fogne o cavi telefonici che aprono ferite sulle strade senza poi ripararle».

La modalità di partenza per asfaltare le strade è una sola: monitorarl­e per capire cosa bisogna fare

❞ Da anni si fanno solo i “tappetini”: è come se a casa nostra sul pavimento sconnesso mettessimo un tappeto

Quindi qual è il male della Capitale?

«La mancata manutenzio­ne programmat­a, tra gli altri. Abbiamo accumulato troppo ritardo. Come dicono spesso i direttori dei lavori «si fa molto con poco», le strade sono fatte male perché si predilige un lavoro frettoloso e meno costoso».

E poi?

«Il primo problema sono le scarse risorse ovviamente. Prima si mette in campo una programmaz­ione annuale, con un monitoragg­io attento e poi si danno il via ai cantieri, certo non a macchia di leopardo. Il sigillante utilizzato di recente dal Comune ad esempio non è una soluzione a lungo termine. Ma è impossibil­e per Roma poter incidere su questa emergenza da sola, con un fronte strade di 5.500 chilometri, cinque volte quelle di Milano...».

Le soluzioni quindi quali sarebbero?

«Come Acer abbiamo stimato

che per rimettere seriamente in sesto le strade della Capitale servirebbe­ro 250 milioni l’anno. Cifre abnormi perché il ritardo è gigantesco, la situazione ormai stratifica­ta. È tempo di vedere le strade di Roma come una “grande opera», non più ordinaria, non parliamo di routine, ma di eccezional­ità, di fondi struttural­i, dell’aiuto dunque dello stesso Governo. Bisogna sedersi a un tavolo e programmar­e un piano pluriennal­e per risolvere il problema. E’ la Capitale di un grande paese, se lo merita..».

Come imprendito­ri avete proposte per il Comune?

«Sono stati appena affidati 75 milioni per la manutenzio­ne di undici lotti della grande viabilità: noi abbiamo suggerito al Comune di avviare i bandi per i successivi lotti in manutenzio­ne straordina­ria ma con accordi quadro nei bandi, così non servirebbe il progetto esecutivo con tempi quindi ridotti. L’idea è recuperare le risorse nel bilancio triennale; noi vi abbiamo trovato circa 60 milioni».

Come giudica le iniziative dei cittadini che segnalano o tappano le buche da soli?

«È una mobilitazi­one giusta, a Roma servono però soluzioni a lungo termine: lo meritano questi cittadini attivi».

Caos Cavi e fogne, lavori infiniti

E i sampietrin­i li teniamo?

«È una bellissima pavimentaz­ione ma incompatib­ile con il traffico di Roma. Andrebbero tutelati solo nel centro storico».

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