«L’aria secca fa precipitare le piante»
Milito, consulente per i monitoraggi in corso. «C’è una sola soluzione per evitare i rischi: potarle e, quando serve, abbatterle e sostituirle»
D’inverno le forti piogge e il vento facilitano i crolli, d’estate il sole e l’aria secca favoriscono le cadute. Gli alberi precipitano più facilmente con gli eccessi di temperatura. «D’estate il legno più facilmente si spezza perché in carenza di acqua tende a perdere elasticità» spiega l’agronomo Franco Milito.
«Se poi l’albero è piegato dal proprio peso il rischio crollo aumenta». Un esempio? «Il platano di viale Regina Margherita caduto martedì: quegli alberi hanno la forma allungata con rami che pesano troppo sull’impalcatura principale».
Sui grandi viali sono molti gli alberi ponderosi e di dimensioni enormi. «La causa sono le potature non effettuate nel corso di troppi anni» continua Milito, consulente per i monitoraggi ora in corso. Per questo dopo il crollo di sabato in viale Angelico il primo intervento ha riguardato la potatura di 25 alberi. «I tagli sono mirati alla riduzione graduale dei lungi rami per alleggerire e ridurre l’effetto vela con il vento e il rischio che si spezzano le branchie».
E se i pini caduti nei mesi scorsi mostravano l’apparato radicale ridotto dai lavori stradali e dal cemento, negli ultimi giorni a precipitare sono stati soprattutto platani e olmi. «Soffrono molto la siccità perché avrebbero la necessità di trovare sempre umidità nel terreno», incalza Milito.
Molti alberi venuti giù in questi giorni erano già stati individuati dai tecnici come pericolosi. Erano segnati. «In particolare il platano crollato in viale Angelico era stato indicato da abbattere otto mesi fa, la prova è che aveva una croce sul tronco» afferma Milito, che suggerisce una soluzione per il rischio cadute. «Serve il controllo assiduo sulle piante, come quello in corso, e poi devono seguire subito gli interventi di manutenzione, come potature e abbattimenti se necessario».
L’assessora Pinuccia Montanari ieri ha annunciato «ulteriori provvedimenti straordinari per il controllo di circa 350mila alberature» e lo scorso maggio aveva affermato che a Roma servirebbero 110 milioni di euro l’anno per la cura del verde. «Questi soldi sono assolutamente necessari prima di tutto per mettere un punto e azzerare i criteri mal utilizzati da anni — continua Milito —ma gli alberi vanno sostituiti». E su cosa investire da subito l’esperto non ha dubbi: «Per prevenire i rischi, servono sopratutto le potature».
La sindaca Raggi proprio l’altro ieri aveva mostrato la linea dura sui tagli: «Nessuno vuole disboscare ma quando gli alberi si trovano a costituire un’insidia troppo grande dobbiamo avere il coraggio di abbatterli e poi ripiantarli». Sono numerosi infatti i movimenti di opinione contrari agli abbattimenti. Su chage.org una petizione per fermare l’attività dell’amministrazione ha raggiunto quasi quattromila firme di comitati e cittadini.
Intanto i soldi dell’appalto da 3,5 milioni di euro che il Campidoglio sta portando avanti da mesi per il controllo di 82mila alberi a rischio perché anziani e malati sono quasi finiti. E per ripiantare le 600 piante abbattute tra i 45.106 schedate, l’assessora Montanari aveva annunciato un bando da 250mila euro.
«Senza soldi come vengono assicurati gli interventi sugli alberi? — chiederà oggi la consigliera capitolina del Pd, Valeria Baglio in un’interrogazione inviata all’assessora Montanari e alla sindaca Raggi. — E a che punto è la riorganizzazione del Servizio Giardini del Comune più volte annunciata?».
Amanti dell’umidità «Platani e olmi soffrono la siccità, hanno bisogno di suoli umidi»