Caro Corriere, per noi Orvinio è un paradiso
Caro Giuseppe Pullara, la descrizione di Orvinio che si legge nel suo articolo sui Luoghi del Cuore promossi dal Fai è ben lontana dall’immagine che rimane impressa negli occhi (e nel cuore) dei tanti visitatori che si fermano a Orvinio e vi tornano ripetutamente. Mi spiace che durante la sua breve visita lei non sia riuscito a vedere l’Orvinio bella e speciale che vediamo in tanti e che la qualifica come uno dei cento borghi più belli d’Italia. Mi spiace che al suo posto abbia visto solo «una foresta di cavi e antenne».
Vivo negli Stati Uniti, dove insegno lingua e cultura italiana. A Orvinio ci passo l’estate e ogni anno me ne innamoro un po’ di più. Mi innamoro dei suoi scorci, del suo castello, delle sue chiese e dei panorami aperti sulle montagne. Mi innamoro degli anziani seduti sulle panchine che hanno voglia di parlare, e dei giovani che hanno voglia di ricominciare. Sembra che il suo sguardo, Giuseppe, si sia fermato a qualche antenna sui tetti, senza cogliere la bellezza che si vede solo quando si guarda con attenzione. Per questo la sfido a tornare a trovarci e a scoprire il borgo di Orvinio per ciò che è veramente. Ecco qualche consiglio: si intrattenga con i passanti; scantoni per i vicoli senza fretta; scenda alla passeggiata per ammirare la vista mozzafiato del monte Velino; si faccia inebriare dal profumo dei tigli che inonda il borgo; infine esplori i sapori locali. Non se ne pentirà.
Avrà compreso che le sto chiedendo di rendere giustizia a Orvinio, di cercare di capire perché è un luogo del cuore. Che cos’è, in fondo, un luogo del cuore se non uno spazio che riconosciamo e che ci riconosce, che ci parla di chi siamo stati e di chi possiamo essere, e di un’identità che non appartiene a me o a lei, Giuseppe, ma a tutti noi. Si prenda più tempo, e torni a trovarci. La aspettiamo.
Docente di italiano a Darthmout College , Usa ————————— Gentile Tania, a un giornalista è proibito «innamorarsi» (come è capitato a lei con Orvinio) dei luoghi che deve descrivere. Li descrive e basta, paraboliche e cavi aerei compresi. Fuori servizio ripasserò da Orvinio e magari... mi innamorerò anch’io. (G.P.)