Corriere della Sera (Roma)

Bus in fiamme, ipotesi sabotaggi Svolta in arrivo

- Di Fulvio Fiano

Nell’Atac diventata terreno di caccia per predatori affamati di appalti e abusi (dalla truffa su gomme e manutenzio­ni ai bus elettrici lasciati marcire, dalla Parentopol­i alla new entry dei permessi sindacali) potrebbe essere a una svolta la vicenda simbolo di tutti i masochismi di un’azienda arrivata a ballare sul baratro del fallimento e ancora incerta su quel che sarà. Parliamo dei cosiddetti flambus, la moria di mezzi causa incendio che ha dato, se ancora ce ne fosse bisogno, il colpo di grazia all’immagine del trasporto pubblico nella Capitale. Entro la prossima settimana è attesa sul tavolo del pm Mario Dovinola la consulenza che dirà se dietro i roghi durante i tragitti delle linee urbane ci sia o meno la mano di un sabotatore, qualcuno che manomette il funzioname­nto dei mezzi.

Icasi presi in esame dalla procura sono cinque, un campione rappresent­ativo per numero e casistica, sugli incendi arrivati intanto al totale di 20. Un’inchiesta nata a seguito del più clamoroso degli episodi (il bus divorato dalle fiamme a pochi passi da palazzo Chigi, in via del Tritone, a maggio) e che gli inquirenti hanno ragione di credere sia non per coincidenz­a simile nelle modalità ad altri che sono venuti prima e dopo dello stesso. Si tratta quasi sempre di bus con anzianità che dovrebbe averli già portati allo stato di rottame dismesso, ma l’età da sola non basta a spiegare tutto. L’ipotesi investigat­iva è quella di incendio doloso, al momento senza indagati, e dietro la formula da codice penale ci sono tutte le ipotesi di cattiva manutenzio­ne, omissione di controlli, se non proprio alterazion­e dello stato dei mezzi: in una parola, sabotaggio.

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