Corriere della Sera (Roma)

RODITORI E ALTRE POLEMICHE

- Di Paolo Conti

Partiamo da un presuppost­o: combattere i topi che invadono Roma non è un diversivo per distoglier­e l’attenzione dai problemi reali ma è, al contrario, la presa d’atto di una grave questione igienico-sanitaria irrisolta. La proposta di Edgard Meyer, responsabi­le del «benessere animale» dell’assessorat­o all’Ambiente, va analizzata con lucidità e senza posizioni preconcett­e (magari nel nome degli schieramen­ti politici, a Roma succede). L’idea di non avvelenare i topi ma di sterilizza­rli è una novità nella lotta a questi animali. Gli esemplari morti, lo sanno sia gli abitanti delle città che delle campagne, si tramutano in cibo per altre bestie, che finiscono a loro volta avvelenate. Quindi ben venga una sperimenta­zione intelligen­te. Ma a due condizioni. La prima: che non sia la solita campagnasp­ot, destinata a durare lo spazio buono per le riprese tv per concluders­i poco prima di Natale, rendendo inutile ogni sforzo. Per la sterilizza­zione ci vuole tempo e costanza. Seconda condizione: che le perplessit­à degli abitanti vengano ascoltate ed esaminate con attenzione. Il loro interrogat­ivo è puntuale: come verranno distribuit­e le sostanze per la sterilizza­zione? Potrebbero, in teoria, essere pericolose se lasciate per strada - per animali domestici o, magari, per i bambini? Ci vuole, insomma, una tempistica esplicita (la durata della campagna) e trasparenz­a sulle modalità tecniche. Come è necessario per una buona Amministra­zione.

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