RODITORI E ALTRE POLEMICHE
Partiamo da un presupposto: combattere i topi che invadono Roma non è un diversivo per distogliere l’attenzione dai problemi reali ma è, al contrario, la presa d’atto di una grave questione igienico-sanitaria irrisolta. La proposta di Edgard Meyer, responsabile del «benessere animale» dell’assessorato all’Ambiente, va analizzata con lucidità e senza posizioni preconcette (magari nel nome degli schieramenti politici, a Roma succede). L’idea di non avvelenare i topi ma di sterilizzarli è una novità nella lotta a questi animali. Gli esemplari morti, lo sanno sia gli abitanti delle città che delle campagne, si tramutano in cibo per altre bestie, che finiscono a loro volta avvelenate. Quindi ben venga una sperimentazione intelligente. Ma a due condizioni. La prima: che non sia la solita campagnaspot, destinata a durare lo spazio buono per le riprese tv per concludersi poco prima di Natale, rendendo inutile ogni sforzo. Per la sterilizzazione ci vuole tempo e costanza. Seconda condizione: che le perplessità degli abitanti vengano ascoltate ed esaminate con attenzione. Il loro interrogativo è puntuale: come verranno distribuite le sostanze per la sterilizzazione? Potrebbero, in teoria, essere pericolose se lasciate per strada - per animali domestici o, magari, per i bambini? Ci vuole, insomma, una tempistica esplicita (la durata della campagna) e trasparenza sulle modalità tecniche. Come è necessario per una buona Amministrazione.