Romane partenza flop: Eusebio e Simone, la solitudine dei mister
Continua la serie nera in campionato: 6 punti su 24 con le «big»
Roma e Lazio già in difficoltà dopo due giornate di campionato. Di Francesco è stato operato ieri alla mano sinistra per una frattura: aveva tirato un pugno alla panchina durante Roma-Atalanta. Simone Inzaghi si ritrova a zero punti e con una sola consolazione: il recupero di Wallace.
Trasferta, dolce trasferta. Da quando c’è Eusebio Di Francesco sulla panchina della Roma, in campionato e contro le «big», l’Olimpico è diventato un colabrodo.
Nelle otto partite giocate contro Juve, Napoli, Inter, Lazio (2), Atalanta (2) e Milan i giallorossi hanno conquistato 6 punti sui 24 disponibili (4 con la Lazio, uno con Juve e Atalanta). Una media da retrocessione. Quando si alza il livello dell’avversario, la Roma non esce dai problemi. Un dato che, paradossalmente, è stato ribaltato nella scorsa edizione della Champions, dove i giallorossi hanno ottenuto cinque vittorie (Chelsea, Qarabag, Shakhtar Donetsk, Barcellona e Liverpool), un pareggio (Atletico Madrid) e nessuna sconfitta.
Contro l’Atalanta B - otto riserve nella formazione iniziale - la Roma ha toccato il fondo nel primo tempo, chiuso sotto 1-3 dopo aver subito una grandinata di 16 tiri. La rimonta nella ripresa è venuta grazie al cambio di modulo dal 4-3-3 al 4-2-3-1 - che ha sconfessato tutto il precampionato.
Per fortuna, verrebbe da dire, la prossima sfida contro il Milan si giocherà a San Siro. Una partita già delicatissima, prima della sosta per le nazionali, dove Di Francesco dovrà sicuramente fare a meno di Alessandro Florenzi, sostituito per un infortunio al ginocchio sinistro, quello operato due volte tra il 2016 e il 2017. Gli esami hanno confermato il «trauma distrattivo rimediato in appoggio». Flo tornerà dopo la sosta. A Villa Stuart ha fatto ricorso anche Di Francesco, operato per la frattura del quinto metacarpo della mano sinistra. Durante il secondo tempo l’allenatore ha sfogato la sua rabbia tirando un pugno al vetro della panchina.
Kevin Strootman è stato presentato ieri dal Marsiglia e ha salutato tutti con due post: «Cara Roma, 5 anni fa sono arrivato qui e mi sono subito innamorato di questa splendida città. La gente è calorosa, amichevole e molto passionale. Quando si parla di calcio anche di più. Ho amato ogni cosa e mi mancherà davvero la gente e il suo amore. Grazie bellissima Roma e grazie AS Roma, i miei compagni sono diventati amici, lo staff medico che mi ha aiutato tanto, i dirigenti e lo staff: siete stati come una famiglia.
Cari Romanisti, non è facile per niente lasciare Roma. Durante gli anni il club è diventato come una casa e una famiglia per me e voi mi avete sempre supportato, nei momenti buoni e in quelli brutti. Ma, come in una normale famiglia, arrivano certi momenti in cui hai bisogno di andare avanti in un altro ambiente e ottenere il meglio. Vi ringrazio per il vostro supporto, non vi dimenticherò mai. Vi auguro il meglio per la stagione».
L’addio è stato tutto tranne che amichevole. Se non fosse partito Strootman sarebbe toccato a un altro: Manolas e Dzeko erano tra quelli per cui c’erano offerte.