Frosinone, la nuova sfida di Stirpe «Contro il calcio degli egoisti»
«Dico sempre a Lotito: abbiamo una visione diversa dello sport»
Presidente Stirpe, il Frosinone ha conquistato il primo punto del campionato: siete in A per restarci, stavolta.
«Crediamo di avere costruito una squadra che può competere per la salvezza. L’abbiamo rinnovata molto, c’è bisogno di tempo perché i vecchi si integrino con i nuovi. E serve anche un po’ di fortuna». Non ne avete avuta? «Troppi problemi fisici: Gori, Paganini, Daniel Ciofani, Dionisi. Così tutto è più complicato. Ma restiamo fiduciosi: vogliamo rimanere stabilmente in A».
Con buona pace di Lotito, che domenica affronterà nel derby: non voleva le piccole città come la vostra.
«Dovrà rassegnarsi, o almeno lo spero: vorrà dire che ce l’abbiamo fatta a dare continuità al nostro progetto. Siamo pronti: abbiamo le infrastrutture, il pubblico, i programmi».
Dopo la famosa telefonata anti Frosinone e Carpi, ha fatto pace con Lotito?
«Ci salutiamo, parliamo. Ma le divergenze rimangono e sono profonde, perché abbiamo una visione completamente differente del calcio e dello sport. Di recente ci siamo confrontati – diciamo così – in merito al legame tra serie A,BeCe al rapporto di complementarietà che deve esistere. Da anni mi batto perché la B abbia maggiori risorse, così aumenta la competitività di quel torneo, con benefici anche per la A. Ma lui quei soldi non vuole darli».
Così le società promosse dalla B retrocedono subito.
«Per avere una speranza devi rifare la squadra: il dislivello tra i due campionati è enorme. Ma anche all’interno della A le risorse dovrebbero essere distribuite in modo più equo, come in Premier. Là può vincere il Leicester perché le ultime prendono quasi gli stessi soldi delle prime. In Italia, oggi, è impossibile che ci sia un altro Verona, campione nel 1985. Non a caso da sette anni prevale la stessa squadra».
Lotito non è solo nella sua battaglia.
«Tutti i club importanti sono preda dell’egoismo, mancano di una visione ampia. Arriverà un giorno in cui il prodotto calcio perderà di valore e capiranno cosa hanno combinato».
Domenica, però, il Frosinone sfiderà la Lazio da una posizione di classifica migliore.
«Non scherziamo: quella è una grande squadra, una delle prime cinque. È ancora a zero punti ma ha affrontato Napoli e Juve, due top club. Per noi sarà una gara difficilissima, come al debutto con l’Atalanta».
A Bergamo avete perso nettamente.
«Me lo aspettavo: loro sono forti e se n’è accorta anche la Roma. Ma con il Bologna c’è stato già un progresso».
Vi aiuterà Campbell, il fiore all’occhiello del mercato?
«È giovane, si è messo in luce in Grecia, nell’Olympiacos, ma i tifosi italiani credo lo ricordino bene: è stato lui, con Costarica, a metterci fuori dai Mondiali nel 2014. È motivato, ci puntiamo molto».
C’è invece chi ha rifiutato il Frosinone. Lapadula, ad esempio.
«Alcuni giocatori faticano ad accettare una neopromossa: la vedono come una società di passaggio, destinata a retrocedere. Comprensibile, in fondo».
Il Frosinone, però, vuole invertire questa tendenza.
«Attraverso lo stadio, il centro sportivo e il lavoro sul vivaio: solo così possiamo farcela. E ci riusciremo».
La strategia
«Stadio di proprietà, centro sportivo e cura del vivaio: solo così possiamo restare in A»
La politica
«Le risorse vanno distribuite come in Premier, ma le «big» non vogliono saperne»