Blitz in sede Pd: Forza nuova, quattro indagati
L’attacco a una sede Pd: tra gli identificati due ragazze. Nelle loro case mazze «Dux» e svastiche
In modalità squadrista avevano assaltato una sede del partito rivale, il pd, puntando a «farsi giustizia» con la violenza anziché con la politica. Ieri le loro abitazioni sono state perquisite dagli agenti della Digos in una indagine che li vede indagati per quel blitz.
Si tratta di quattro iscritti a Forza Nuova, e se la loro appartenenza era chiara, non se ne conosceva ancora l’identità. Sono due ragazzi e due ragazze che dopo il raid erano fuggiti. Sono stati rintracciati dalla polizia, che su mandato del pm è entrata nelle loro case trovando il «consueto» campionario di simboli nazifascisti e armi non convenzionali. È stata sequestrata una mazza da baseball con le scritte «Dux Mussolini», «Boia chi molla» e l’immagine del Duce e del fascio littorio, un casco con impressa una svastica, alcuni coltelli e altro materiale con simbologia fascista.
La tentata irruzione risale alla notte del 1° luglio scorso. I quattro si erano presentati davanti alla sede del Partito democratico di via Giuseppe Chiovenda, nei pressi della metro Subaugusta, VII Municipio. Nelle stanze al pian terreno c’erano alcuni ragazzi a studiare per gli esami, con portone e finestre chiuse. La loro attenzione è stata richiamata dalle urla in strada: «Qui comandiamo noi ... siamo fascisti ... se avete qualche problema uscite fuori ... siamo fascisti ... comandiamo noi ». I quattro, dopo aver imbrattato con le bombolette spray le mura della sede del Pd, hanno preso e strappato la bandiera di Rifondazione comunista e Potere al popolo che si trovano nello stesso stabile.
Secondo gli inquirenti si tratterebbe di una sorta di tentativo di controllo del territorio o per guadagnare spazi e visibilità al suo interno. In questa chiave vanno anche lette le minacce lanciate agli studenti di andare fuori e risolvere la questione con le mani. Le persone all’interno avevano intanto chiamato la polizia che è arrivata poco dopo.
I quattro indagati sono già tutti soggetti noti alla Digos per la loro militanza nelle formazioni di estrema destra, con relative precedenti segnalazioni in episodi simili a questo. La tentata irruzione arrivava a inizio estate come l’ultimo di una serie di azioni simili: un’altra sede del pd imbrattata a San Giovanni, due ragazzi aggrediti all’Alberone durante un volantinaggio, una sfilata fascista nel quartiere nell’anniversario di Acca Larentia, oltre alle solite scritte e simboli neri lasciati sui muri.
Lo scopo Per gli inquirenti si tratta di un tentativo di controllo del territorio o per avere visibilità