Addio Mario Facco, il difensore buono Pulici in lacrime: «Era fantastico»
Era uno degli eroi dello scudetto, quello della mitica Lazio del ‘74, di Giorgio Chinaglia e delle scazzottate nello spogliatoio, anche se nella stagione del trionfo Mario Facco aveva giocato poco. Sostituiva ogni tanto Sergio Petrelli, da difensore affidabile qual era, ma ormai la sua avventura biancoceleste era arrivata alla fine e lo sapeva anche lui: nella stagione successiva, a ottobre, andò all’Avellino, quindi a Parma dove avrebbe chiuso la carriera nel ‘78. A Roma e nel mondo laziale aveva però lasciato una traccia profonda, per le 126 partite che aveva giocato in biancoceleste (con 6 gol) e per un’umanità che lo aveva fatto apprezzare quanto la grinta e le qualità mostrate in campo. Per questo, quando si è diffusa la notizia della sua morte, avvenuta a Fregene, il mondo laziale è stato attraversato da un brivido freddo: la notizia non era purtroppo inattesa, Facco stava male da tempo, ma tutti gli volevano bene. La società lo ha ricordato con un messaggio di cordoglio alla famiglia, molti tifosi lo hanno fatto attraverso i social. Quel milanese trapiantato a Roma nel ‘68 assieme a Ferruccio Mazzola, dopo essere cresciuto nell’Inter e avere giocato una partita in nerazzurro, piaceva a tutti. Anche come commentatore televisivo e radiofonico, attività intraprese una volta abbandonato il percorso di allenatore. In lacrime Felice Pulici, portiere di quello scudetto e compagno di Mario: «Era una persona fantastica, sempre disponibile. Un amico infinito».