PIÙ BULGARO DEI BULGARI
Un’elezione bulgara, si diceva un tempo riferendosi al consenso quasi totale, spesso coatto, per un candidato imposto dall’allora potentissimo partito comunista di Sofia. Non si sgarrava: percentuali, quelle bulgare, che andavano oltre il 90 per cento. Un’enormità, ma pur sempre niente se confrontate con il risultato ottenuto due anni fa, a Ponzano Romano, dal sindaco Vincenzo De Santis: rieletto con il cento per cento tondo. Avevano votato in 615 e tutti, proprio tutti, i voti validi sono andati al loro beneamato primo cittadino uscente: 564. Un successone, anche perché non c’era rivale.
Tutto questo ha recato del bene al sindaco De Santis? Lo ha protetto da qualcosa? No, tutt’altro. Stando alle accuse che ieri lo hanno portato in carcere per corruzione, il plebiscito potrebbe anzi aver causato un deragliamento, illudendolo di una quasi invincibilità. Certo, i giudici diranno alla fine se il sindaco di Ponzano sarà o no colpevole. Intanto però una prima lezione si può trarre: l’eccesso di consenso può dare alla testa. Le prove, intorno a noi, sono innumerevoli, e non tutte con finalità illecite. Però l’idea di essere i migliori di sempre, qualche danno qui e là lo può recare. Come a Ponzano Romano, feudo dell’(ex) intoccabile De Santis.