Corriere della Sera (Roma)

PIÙ BULGARO DEI BULGARI

- Di Giuseppe Di Piazza

Un’elezione bulgara, si diceva un tempo riferendos­i al consenso quasi totale, spesso coatto, per un candidato imposto dall’allora potentissi­mo partito comunista di Sofia. Non si sgarrava: percentual­i, quelle bulgare, che andavano oltre il 90 per cento. Un’enormità, ma pur sempre niente se confrontat­e con il risultato ottenuto due anni fa, a Ponzano Romano, dal sindaco Vincenzo De Santis: rieletto con il cento per cento tondo. Avevano votato in 615 e tutti, proprio tutti, i voti validi sono andati al loro beneamato primo cittadino uscente: 564. Un successone, anche perché non c’era rivale.

Tutto questo ha recato del bene al sindaco De Santis? Lo ha protetto da qualcosa? No, tutt’altro. Stando alle accuse che ieri lo hanno portato in carcere per corruzione, il plebiscito potrebbe anzi aver causato un deragliame­nto, illudendol­o di una quasi invincibil­ità. Certo, i giudici diranno alla fine se il sindaco di Ponzano sarà o no colpevole. Intanto però una prima lezione si può trarre: l’eccesso di consenso può dare alla testa. Le prove, intorno a noi, sono innumerevo­li, e non tutte con finalità illecite. Però l’idea di essere i migliori di sempre, qualche danno qui e là lo può recare. Come a Ponzano Romano, feudo dell’(ex) intoccabil­e De Santis.

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