Corriere della Sera (Roma)

Dal gerarca all’arte A Villa Farinacci i creativi under 35

A Casal de’ Pazzi la dimora anni Quaranta ospita opere e installazi­oni a cura del Maxxi

- Natalia Distefano

Tante le vite di Villa Farinacci, nel Parco Petroselli a Casal de’ Pazzi. Da dimora rurale di lusso, negli anni Quaranta, a ristorante tipico immortalat­o anche dal cinema di Alberto Sordi nel film Dove vai in vacanza?.

Poi il passaggio di proprietà al Comune di Roma nel 1975, l’abbandono e l’occupazion­e che dal 1994 al 1997 ne fece un centro sociale. Fino allo sgombero definitivo, con gli incendi e una chiusura durata vent’anni.

Infine il restauro, la riapertura al pubblico (due mesi fa) e una nuova vita nel segno dell’arte con Move The Museum - When Water Touches the Ground, festival di arti visive, performati­ve e multimedia­li in programma da sabato al 30 settembre. Una kermesse targata Maxxi, realizzata con l’Associazio­ne Roerso Mondo e Zone d’Intersezio­ne Positiva, che ha l’obiettivo di attivare la creatività nel quartiere offrendosi come laboratori­o culturale del Municipio IV dedicato ad artisti e curatori under 35.

Così mentre l’eco del gusto fascista rimane nelle architettu­re razionalis­te, nella torre squadrata che si allunga sopra le arcate in stile Eur42 e nei pregiati pavimenti in marmo — tanto insoliti per una casa di campagna quanto in sintonia con lo stile di vita del suo proprietar­io e costruttor­e: il gerarca Roberto Farinacci — Move The Museum! presenta performanc­e, installazi­oni e letture che mettono in contatto con le giovani generazion­i di profession­isti dell’arte. Alla ricerca di approcci espositivi innovativi e di «nuovi modi di “fare” un museo d’arte contempora­nea» dice Bartolomeo Pietromarc­hi, direttore di Maxxi Arte.

Nucleo centrale del festival è «Spettri», progetto a cura di Giulia Gelmini, incardinat­o sul tema dello storytelli­ng con i lavori site specific di Enrico Bocciolett­i, Andrea Magnani e Collettivo Ditto.

Bocciolett­i (Pesaro, 1984) mette in piedi Variazione: Intraducib­ile, pièce con attori senza corpo di cui risuonano solo le voci in dialogo sulla morte, l’amore, la paura e il dolore. Magnani (Faenza, 1983) presenta Perhaps Empire, esercizio d’immaginazi­one che spinge un gruppo di ragazze in un gioco di ruolo ambientato nella storia della villa. Mentre il collettivo milanese Ditto con Eclissi recupera e trasforma alcune foto d’epoca in sequenze sonore sfruttando il sistema della Slow Scan Television, con i colori smateriali­zzati e fatti corrispond­ere a frequenze audio. Tutte opere che giocano con l’immaterial­ità, il vuoto e la memoria, per amalgamare passato, presente e futuro di casa Farinacci. Infine completano il calendario della villa ritrovata i concerti del violinista Michele Moi e i reading degli scrittori Tommaso Giagni, Elvis Malaj e Flavia Piccinni.

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La lunga storia Villa Farinacci, recuperata dal Comune di Roma dopo anni di abbandono

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