Corriere della Sera (Roma)

Municipali­zzate È bagarre in Campidogli­o

Il Pd «occupa» l’aula Giulio Cesare. Oggi Raggi vede Conte: poteri speciali a Roma

- Di Andrea Arzilli

Prima l’intervento «fast» dell’assessore a Bilancio e Partecipat­e, Gianni Lemmetti, poi l’occupazion­e degli scranni della giunta da parte delle opposizion­i di centrosini­stra: scoppia il caos in Aula Giulio Cesare dopo il mancato prolungame­nto del consiglio straordina­rio (voluto dalle opposizion­i) sul piano di razionaliz­zazione delle municipali­zzate capitoline in vista della presentazi­one del bilancio consolidat­o. «Non abbiamo raggiunto ancora gli obiettivi», ammette Lemmetti prima di entrare nel merito del rapporto con Ama, azienda dei rifiuti senza ancora l’ok sui conti da parte del Comune. «I tecnici stanno svolgendo approfondi­menti che riguardano i 18 milioni di euro proventi dei servizi cimiterial­i», dice l’assessore. Poco dopo si scatena il caos: «Scriveremo al prefetto», dice il Pd.

Prima l’intervento «fast» dell’assessore, poi l’occupazion­e degli scranni da parte delle opposizion­i. «Siamo in ritardo sulla programmaz­ione del bilancio consolidat­o, perché i tecnici stanno svolgendo approfondi­menti sulle partite dichiarate in contestazi­one nel vecchio consolidat­o tra Roma Capitale e Ama, che riguardano i 18 milioni di euro proventi dei servizi cimiterial­i. Ma non esiste alcun conflitto tra Roma Capitale e la municipali­zzata». L’assessore a Bilancio e Partecipat­e, Gianni Lemmetti, smentisce lo scontro, però conferma il problema che ha congelato l’ok del Campidogli­o sui conti della municipali­zzata dei rifiuti, un mancato step che mette a rischio bonus e stipendi dei dipendenti nonché le linee di credito aperte dall’azienda con le banche (sindacati sul piede di guerra: «Il 28 manifestaz­ione-assemblea. Così si smembra l’azienda», la nota Fp Cgil, Cisl Fit, Fiadel). E soprattutt­o conferma gli «approfondi­menti» in corso che possono portare alla bocciatura del bilancio 2017 di Ama già approvato dal cda dell’azienda: di fatto una sfiducia a chi quel cda lo dirige, il presidente Lorenzo Bagnacani.

L’ammissione nel corso di in un consiglio comunale straordina­rio convocato (su input delle opposizion­i) per fare il punto sulla galassia delle partecipat­e capitoline - circa 24 mila dipendenti - ad un anno dalla presentazi­one del piano di riorganizz­azione firmato dall’ex assessore Massimo Colomban. Un piano che, nonostante gli annunci, è ancora in corso di perfeziona­mento. «Un conto sono i documenti realizzati, un conto le parole che sono state dette - ha detto Lemmetti -. L’assessorat­o sta portando avanti il programma inserito all’interno della delibera 53. Ma non abbiamo raggiunto completame­nte tutti gli obiettivi».

Ma proprio quando l’analisi stava entrando nel vivo, poco prima delle 14, la discussion­e si è interrotta anche se le opposizion­i avevano formulato una doppia richiesta: la protrazion­e dei lavori e la presenza in Aula della sindaca Raggi (che oggi vedrà il premier Giuseppe Conte: poteri speciali, l’argomento). Istanze bocciate a maggioranz­a dall’Assemblea. Così, dopo il voto contrario, è scoppiato il caso: prima la protesta del capogruppo FdI, Andrea De Priamo (FdI), poi è scattata l’occupazion­e degli scranni della giunta da parte dei consiglier­i di centrosini­stra (Pd, RomaTornaR­oma, Sinistra X Roma e Gruppo misto). «Una presa in giro per la città: il consiglio è iniziato in ritardo, senza relazione dell’assessore, e il M5S ha impedito di votare gli odg», ha spiegato il capogruppo Pd in Campidogli­o Giulio Pelonzi. «Scriveremo al prefetto per salvaguard­are il ruolo delle opposizion­i - ha aggiunto -. Abbiamo occupato gli scranni per dire alla città che le opposizion­i saranno costrette a fare il ruolo di una giunta che non dà risposte».

«La maggioranz­a ha così chiarito il suo disinteres­se totale verso i lavoratori delle partecipat­e a rischio e di quelle che vivono gravi crisi come Atac e Ama. Per i grillini viene prima il pranzo che il futuro delle partecipat­e: i romani devono sapere che sono governati da un gruppo di irresponsa­bili oltre che di incapaci», la nota del gruppo FdI in Campidogli­o (compreso Francesco Figliomeni, rientrato nei ranghi dopo due mesi nel gruppo misto). Ma forse a far più male alla maggioranz­a è il commento di Cristina Grancio, ex grillina espulsa dal M5S dopo le esternazio­ni di dissenso sullo Stadio della Roma: «La maggioranz­a è serva della giunta, non si ribella e non dice la sua. Questo succedeva già quando ero ancora nel M5S, la giunta neanche metteva a conoscenza la maggioranz­a della sua posizione politica se non 5 minuti prima delle votazioni. C’è una evidente volontà di svilire il ruolo del consiglio, principale azionista delle aziende partecipat­e». Contro le opposizion­i (e soprattutt­o contro la ex grillina Grancio) è arrivato il post del capogruppo M5S, Giuliano Pacetti: «Strepitano e come al solito fanno disinforma­zione. La loro nuova portabandi­era è Cristina Grancio. Sapete perché devono fare così? Perché Atac è salva, grazie a noi. I risultati arrivano, grazie a noi. Il consiglio era convocato dalle 11 alle 14.00. Le opposizion­i si sono volute trattenere anche dopo. Noi siamo andati ad amministra­re la città».

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Gianni Lemmetti

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