Roma, il primo nemico: la bassa intensità
Soltanto 4 falli commessi, 30 tiri concessi al Real Madrid: sono i record negativi della Champions
A meno di imprevedibili miracoli anche Cska Mosca e Viktoria Plzen usciranno sconfitte dal Santiago Bernabeu e perciò lo 0-3 subìto mercoledì sera dalla Roma potrà essere assorbito in classifica senza eccessivi traumi. C’è modo e modo di perdere, però, e la Roma ha scelto quello peggiore.
I dati della Uefa Champins League confermano l’immagine lasciata dalla squadra: un gruppo disunito e scoraggiato, che ha subito la partita per 90 minuti su 90 senza quasi abbozzare una reazione. Due numeri su tutti: i 4 falli commessi e i 30 tiri concessi al Real Madrid, 11 dei quali nello specchio della porta.
In 4 falli sono il dato più basso di tutte e 32 le squadre che partecipano alla competizione. Il Borussia Dortmund con 5 - è l’unica che si avvicina alla Roma. Commettere una scorrettezza non è un merito, però il calcio è anche uno sport di contatto. Il Real Madrid ha avuto più possesso palla (62%) e effettuato quasi il doppio dei passaggi (619 a 379). Con numeri simili e contro avversari di quella qualità sarebbe fisiologico aiutarsi con qualche fallo in più, ma non è questo il caso della Roma di mercoledì sera. I 4 falli, tra l’altro, hanno portato a due ammonizioni: De Rossi (trattenuta su Isco da cui nasce la punizione dell’1-0) e Dzeko. La difesa romanista ha vinto il 42% dei contrasti, quella del Real Madrid l’87%. Quando Di Francesco si riferisce ai «duelli» intende anche la capacità di contrastare l’avversario. Quello che non può dire, ma che pensano in tanti anche nella squadra, è che giocatori come Nainggolan e Strootman alzano la percentuale dei tackle vinti.
Il Real Madrid è la squadra che, nella prima giornata di Champions, ha fatto più tiri
verso la porta avversaria (30) e più tiri nello specchio (11). È lapalissiano che la Roma sia la peggiore alla voce titi concessi. Al Bernabeu ci può anche stare. Non dovrebbe accadere, invece, contro l’Atalanta B che nel primo tempo della partita del 27 agosto scorso scagliò 16 tiri verso il povero Olsen. È il segnale di una fase difensiva perciò della squadra intera che fa acqua da tutte le parti.
Ieri Di Francesco ha tenuto a rapporto la squadra, dopo il mesto ritorno da Madrid. Ma non è più il tempo delle parole. Il distacco in campionato dalla Juventus è già di 7 punti, dopo quattro sole giornate. Le due partite casalinghe contro Viktoria Plzen (2 ottobre, tre giorni dopo il derby contro la Lazio) e Cska Mosca (23 ottobre) sono diventati veri e propri spareggi: servono 6 punti
per non rischiare di chiudere l’avventura di Champions a dicembre.
Pastore, ieri, ha ricominciato a lavorare con il gruppo, ma con gli infortuni al polpaccio non si possono correre troppi rischi. Si cercherà di recuperarlo per il derby. Contro Bologna e Frosinone servono altre soluzioni.