Corriere della Sera (Roma)

«Il Messaggero», grande festa per i 140 anni

- Francesco Di Frischia

«Questo quotidiano ha accompagna­to la mia infanzia, la mia vita, la mia famiglia. E per una famiglia romana comprare “Il Messaggero” è come comprare la pasta dar fornaro». Sorride Gigi Proietti, una delle star accorse a Cinecittà per la grande festa dei 140 anni del quotidiano di Francesco Gaetano Caltagiron­e. Tra i nomi illustri c’è anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’elegante salone di fronte al set dell’Antica Roma, usato in tanti film. All’incontro tantissimi politici, manager, giornalist­i e volti noti: da Romano Prodi, intervista­to dal direttore Virman Cusenza, ai ministri Salvini e Tria, seduti in prima fila. Non lontani l’ex premier Paolo Gentiloni e Gianni Letta. A poca distanza i banchieri Carlo Messina e Luigi Abete. Tra i tanti giornalist­i Costanza Calabrese, figlia dell’ex direttore Pietro.

La pioggia battezza l’evento, ma quando si accendono i riflettori il diluvio si ferma. «Il Messaggero non è e non vuole essere un bravo ragazzo - spiega l’editore del quotidiano -. Il Messaggero fa della propria identità un tratto distintivo. Questa identità è, tra l’altro, la difesa dei diritti». Parole condivise dalla figlia Azzurra Caltagiron­e, ad della società editrice, che sottolinea: «Il Messaggero al quale sono più legata è quello che ha sostenuto tante battaglie sociali, tante giuste e vinte, a cominciare da quella per il divorzio, che mi è rimasta nel cuore».

«Il tratto peculiare del Messaggero a Roma è che lo trovi, sta lì, a casa o al bar - sostiene il governator­e del Lazio, Nicola Zingaretti (Pd) - ma è importante festeggiar­lo perché la democrazia ha bisogno dei giornali». Sul delicato tema interviene anche la sindaca Virginia Raggi (M5S) che rincara la dose: «I giornali devono essere i cani da guardia della politica: auguro al Messaggero, che ha sempre raccontato il tessuto sociale, anche in maniera tagliente, e agli altri quotidiani di lavorare al meglio». L’ex direttore Paolo Gambescia, con una vena di nostalgia, ricorda: «Nell’immaginari­o collettivo dei romani questo è il loro giornale e ancora oggi sento qualcuno dire: “Lo vado a dire al Messaggero”, come se fosse il difensore civico che ha raccontato sogni e bisogni di questa città». E non poteva mancare il Re dei paparazzi, Rino Barillari, storico fotografo del Messaggero che con orgoglio pensa «alle tante corse di notte dietro a scoop e scandali con attori e politici, tra cronaca rosa e nera. Ma questo giornale ha scritto sempre con profession­alità e passione un pezzo di storia di questo Paese».

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Rino Barillari
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Gigi Proietti
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Azzurra Caltagiron­e
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