Rifiuti, differenziata e riciclo Lazio sotto la media nazionale
Ciotti (Corepla): servono ingenti fondi per gli impianti
Lazio ancora sotto la media nazionale per quanto riguarda la raccolta differenziata dell’immondizia urbana. Scarsa, nella regione, anche la presenza di impianti di riciclo, che consentono il riutilizzo delle materie prime estratte dai rifiuti, riducendone l’impatto ambientale.
È il quadro che emerge dal Green economy report realizzato da Corepla, Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in occasione dei 20 anni di attività. Lo studio traccia un quadro sullo stato dell’arte della filiera del riciclo in Italia.
Secondo la ricerca, il nostro Paese, con il 43% degli imballaggi di plastica raccolti e trasformati, si posiziona tra le prime grandi economie in Europa per tasso di riciclo subito dopo Germania e Spagna, avvicinandosi agli obiettivi della direttiva europea in base alla quale entro il 2025 rispettivamente il 65% dei rifiuti e il 50% degli imballaggi in plastica dovranno essere riciclati per evitare lo spreco di risorse e contenere l’emissione dei gas inquinanti.
Uno scenario dove, tuttavia, il Lazio attualmente gioca un ruolo piuttosto defilato: la quantità di raccolta differenziata per abitante nella Regione si ferma, infatti, al 14,9%, contro una media nazionale del 17,7%. Relativamente basso anche il numero degli stabilimenti di riciclo e degli impianti di selezione presenti sul territorio, due elementi cardine nella filiera di trasformazione della spazzatura.
In particolare, nel Centro Italia negli ultimi 15 anni i riciclatori sono diminuiti passando dall’11% del 2002 all’8% di oggi. Un trend che a livello locale, secondo il presidente di Corepla Antonello Ciotti, andrebbe quanto prima invertito, intervenendo su tutta la catena di gestione dell’immondizia e chiamando in causa le istituzioni. «Sono necessari investimenti importanti per realizzare ed adeguare i sistemi di smaltimento e di termovalorizzazione - sottolinea Ciotti -. Nel Lazio non esistono termovalorizzatori e sono presenti soltanto due impianti di selezione dell’immondizia». Una carenza che rischia di creare ulteriori problemi anche nel caso aumenti la quota di raccolta differenziata sul territorio.