Costa, i rifiuti un caso nazionale
Il ministro dell’Ambiente: entro fine novembre Comune e Regione decidano sugli impianti
Tavolo tecnico istituto al ministero dell’Ambiente per volontà del responsabile Sergio Costa dedicato agli impianti da costruire e all’individuazione dei siti. «Entro il 30 novembre si deciderà», ha assicurato il ministro. Al primo vertice, Campidoglio, Città Metropolitana e Regione con la supervisione del prefetto hanno affrontato il tema della discarica per Roma. Intanto nelle strade continuano a esserci cumuli di spazzatura e sabato ci sarà la manifestazione per chiudere il Tmb Salario. Immondizia ma anche discariche abusive: a Monte Antenne frigoriferi, fornelli e divani abbandonati nella vegetazione fra scuole per l’infanzia, centro di igiene mentale e vecchio Forte.
«Entro il 30 novembre si dovrà decidere sugli impianti per i rifiuti di Roma». Ieri è stato il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, a stabilire la data dopo aver messo attorno a un tavolo tecnico il Comune, la Città Metropolitana e la Regione alla presenza del Prefetto. «Finalmente i tecnici stanno camminando insieme, prima non si parlavano», osserva Costa chiarendo: «Sul sistema di raccolta rifiuti la competenza è del Comune che si muove su un piano regionale, io posso solo fare una persuasione morale». E dopo il primo incontro durante il quale si è affrontato il nodo della discarica di servizio per Roma, il prossimo appuntamento sarà per metà ottobre.
Intanto al Quadraro, Quarto Miglio e Appio, ma anche Parioli, Prati, Monteverde e Tuscolano e praticamente in tante altre zone di Roma, si moltiplicano i cumuli di sacchi attorno ai cassonetti, mentre lievitano le montagne di cartoni dei commercianti non raccolti. «Attorno al mercato Trionfale martedì sera non si camminava», raccontano i residenti. L’allerta per bar, ristoranti e negozi è ancora più elevato per ospedali e mercati come l’Esquilino, dove il monitoraggio è costante.
La mancata raccolta dovuta al «vuoto» che si è creato con il contenzioso tra Ama e la Coop «29 Giugno», riguarda circa 300 operatori e decine di mezzi per la raccolta di plastica, vetro, carta, alluminio e organico a circa 10 mila utenze non domestiche nel I, II, III e XV Municipio. «Gli operatori Ama pagano il prezzo di un ulteriore carico di lavoro», denunciano i sindacati Fp Cgil, Fit Cisl, Fiadel, che comunque garantiscono il supporto fino a sabato, quando giungeranno in aiuto le aziende del nuovo appalto, che di fatto però partirà a fine ottobre.
Ma oltre alla diatriba, ci sono altre criticità. Una riguarda l’agitazione sindacale dei lavoratori della municipalizzata in previsione dello sciopero del 22 ottobre: le assemblee di due ore al giorno stanno rallentando il lavoro di raccolta. Il fermo sarà «inevitabile per l’incertezza di stipendi e assunzioni legata alla mancata approvazione del bilancio da parte del Campidoglio», attaccano i sindacati che oggi incontrano il Prefetto.
Un altro problema riguarda l’impianto che smaltisce un quarto di rifiuti indifferenziati dei romani, il Tmb Salario, per il quale i vertici di Ama oggi presentano un nuovo progetto di monitoraggio delle emissioni odorigene, mentre
Salario
Sabato manifestazione dei residenti della zona contro i miasmi che provengono dal Tmb
all’orizzonte è in programma una grande manifestazione per chiedere la chiusura immediata senza condizioni. dell’impianto
Intanto sabato pomeriggio scenderanno in piazza migliaia di abitanti dei quartieri Fidene, Settebagni, Villa Spada, Serpentara, Casale Nei, Porta di Roma e Colle Salario per protestare contro l’aria irrespirabile e i pericoli per la salute che provoca la struttura. La protesta è sostenuta anche da Legambiente e da alcuni parlamentari come la deputata di Leu, Rossella Muroni.