Corriere della Sera (Roma)

Clan Spada, ordigno contro casa della teste

Il padre della donna ha precedenti per droga

- V. Costantini

Notte di paura a Ostia Ponente. Ignoti hanno lanciato un ordigno rudimental­e sul balcone di casa dei genitori di Tamara Ianni, la giovane pentita che con il marito Michael Cardoni ha contribuit­o a far sgominare dai carabinier­i e dalla polizia il clan Spada con l’operazione Eclissi. I due si trovano ora in una località protetta mentre i genitori della giovane erano nell’appartamen­to. L’allarme è stato dato solo ieri mattina quando il padre della Ianni ha trovato i resti dell’ordigno davanti al portone. L’uomo ha precedenti per droga. Si pensa a una vendetta trasversal­e, anche se non si escludono altre ipotesi legate alle faide tra clan emergenti.

La faida infinita dei clan a Ostia non conosce tregua. I messaggi vengono scritti con il fuoco o con il sangue mentre le potenti famiglie sono in carcere, la manovalanz­a dello spaccio si muove ancora nelle strade. L’ultimo avvertimen­to segue la lunga scia di violenze tra i gitani Spada e il gruppo criminale rivale, i Baficchio.

Una vendetta forse trasversal­e questa volta. Nel mirino l’abitazione di Mario e Catena, genitori di Tamara Ianni che con il marito Michael Cardoni ha aiutato gli inquirenti a ricostruir­e la scacchiera di potere degli Spada. Collaborat­ori di giustizia dal passato turbolento, lui già spacciator­e, lo zio era Giovanni Galleoni, vittima d’eccellenza della guerra decennale per il controllo del territorio. Morto ammazzato sul marciapied­e di via Forni nel novembre 2011, insieme al compare Sorcanera, Franco Antonini, legati agli ultimi della Banda della Magliana. Uccisi in pieno giorno, come ha raccontato Michael, proprio su ordine di Carmine e Roberto Spada, autore della testata al giornalist­a Rai Daniele Piervincen­zi.

I processi oggi sono in corso, l’aggravante mafiosa pende sui vertici dei sinti, la coppia di testimoni vive in una località protetta. E si arriva alla nottata di martedì. Alle due un boato scuote via delle Azzorre, a Ostia ponente. Grande paura ma nessuno capisce cosa sia successo o preferisce non esporsi. Solo all’alba la scoperta di un ordigno rudimental­e, in parte esploso sul balcone al primo piano abitato dai genitori di Tamara.

L’altro candelotto a terra all’ingresso del condominio, collegato con nastro adesivo a una bomboletta di gas da campeggio. A disinnesca­rlo sono gli artificier­i della polizia. Lievi i danni alle serrande dell’abitazione, ma l’avvertimen­to è arrivato. Gli investigat­ori non escludono alcuna pista, ma è chiaro che l’ipotesi più seguita è quella della minaccia diretta a Tamara e al marito. Anche perché, proprio oggi, si apre il dibattimen­to del processo d’appello ad alcuni affiliati del clan: in primo grado, nelle condanne, era stata riconosciu­ta l’aggravante mafiosa per il racket delle case popolari. Omicidi, pestaggi, sgomberi forzati, la testimonia­nza della coppia è stata determinan­te per l’operazione Eclissi, finita con 32 arresti tra gli Spada.

«Te levano la vita», hanno raccontato i due ai carabinier­i, parlando del predominio della famiglia su Ostia, di minacce da «contagio da Aids o con il lanciafiam­me». I magistrati della Dda di Roma attendono l’informativ­a della polizia e un fascicolo è già aperto sul caso. «Sono molto preoccupat­a, anche per mia figlia, lo Stato deve proteggerc­i», l’appello di Catena che ha rinunciato alla programma di protezione, preferendo restare a Ostia con il marito: l’uomo ha precedenti di polizia per spaccio e detenzioni di armi. Nuove leve criminali, forse, potrebbero aver agito per alzare la testa, per farsi un nome. È l’altra pista. Unanime la solidariet­à a Tamara e unito il fronte contro la criminalit­à: su Twitter la sindaca Virginia Raggi si è schierata con un tweet, «#nonabbassi­amolosguar­do, Roma non si lascia intimorire dalle minacce della mafia», ha scritto, sulla stessa linea il sottosegre­tario all’Interno Luigi Gaetti, il senatore Pd Bruno Astorre e la leader di FdI Giorgia Meloni.

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ControlliI carabinier­i in via Guido Vincon, a Ostia, dopo una serie di episodi di criminalit­à alla fine dello scorso anno

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