Discarica con frigo e divani Sfregio a Monte Antenne
Area demaniale invasa da spazzatura e prostitute «al lavoro»
Chi ha svuotato la sua cucina, forse per far posto a mobili nuovi, non si è fatto troppi problemi. È salito quasi in cima a Monte Antenne e dopo aver imboccato una strada ormai pedonale in via di Ponte Salario ha scaricato elettrodomestici e componenti vari in uno spiazzo ai margini di un dirupo alberato. E così, in una zona compresa fra due asili, un centro di igiene mentale e il vecchio Forte (attualmente circondato dalle transenne per lavori di riqualificazione che dovrebbero riguardare anche l'interno del complesso militare in disuso dagli anni Sessanta), nel verde demaniale che sovrasta Villa Ada, è sorta una discarica abusiva. C’è di tutto: un grande frigorifero, fornelli, lavastoviglie, un divano, cuscini, materassi e perfino una lunga rastrelliera metallica per far asciugare le stoviglie.
Tutto buttato, non si può escludere su commissione o dopo aver preso i soldi da qualcuno convinto che quegli oggetti sarebbero stati smaltiti legalmente, in un’area dove l’opera di disboscamento di qualche mese fa, per abbattere decine di alberi ad alto fusto pericolanti dopo che ne erano caduti altrettanti fra Villa Ada e Monte Antenne, ha spianato alcuni tratti di vegetazione facendo scoprire un po’ di tutto, dalle carcasse di motorini ai cumuli di rifiuti anche pericolosi coperti dal fogliame. Un quadro desolante che percorrendo i tornanti fin quasi alla Moschea viene confermato passo dopo passo. Oltre al taglio delle piante (molti tronchi sono rimasti lì, altri sono stati rimossi ma dopo molto tempo), la pulizia vera e propria non è mai stata effettuata.
La strada - dove a parte il traffico caotico della mattina passano anche appassionati di jogging e mountain bike - è in molti tratti dissestata per colpa delle radici e delle buche, ma è soprattutto circondata da immondizia di vario genere, bottiglie di birra lasciate sui muretti della vecchia villa e delle sue pertinenze, buste di plastica, indumenti (spesso intimi).
È questo il regno dei ladri d’auto, come di prostitute e trans che si appartano in ogni angolo con i clienti, lasciando evidenti tracce della loro presenza che nessuno ovviamente si preoccupa di ripulire e cancellare. I primi invece, ovvero i ladri, fanno razzia di borse e di tutto quello che possono trovare sulle auto parcheggiate davanti alle scuole dell’infanzia o lasciate in sosta da chi si è inoltrato nel verde per una passeggiata o per portare a spasso il cane. Al punto che fra le giornate più tranquille - almeno sotto questo punto di vista - c’è il venerdì, con la preghiera pubblica in Moschea che richiama centinaia di fedeli. La presenza di tante persone scoraggia chi vuole commettere furti sebbene divani e mobilio abbandonati campeggino nella boscaglia e fra i cespugli, come dietro i cancelli arrugginiti e divelti che tempo fa delimitavano gli accessi alti a Villa Ada. I cassonetti spesso pieni di rifiuti, circondati anche da immondizia non raccolta, da Ponte Salario all’apice del monte - in qualche caso rovesciati e distrutti dai vandali, in altri (dopo i nubifragi) galleggianti in mezzo alla strada per la mancata pulizia delle caditoie - fanno da contorno a uno scenario triste e abbandonato. Talmente abbandonato da aver spinto adesso qualcuno a guidare probabilmente un furgone o un camion per scaricare laddove osano le coppiette - un carico di elettrodomestici da buttare invece nelle isole ecologiche. Ma di questi tempi chiedere di smaltire i rifiuti secondo le regole sembra davvero troppo.