Corriere della Sera (Roma)

I MOTORI INUTILMENT­E ACCESI E I VELENI DEL TRAFFICO ROMANO

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Caro Conti, non crede che il vizio degli automobili­sti romani di sostare con il motore dell’auto acceso sia intollerab­ile? Peraltro il codice della strada lo vieta. Sia chi è alla guida della propria auto privata, o dei mezzi pubblici, dei taxi o dei famigerati Ncc, o dei mezzi delle Forze dell’ordine usa stare fermo ovunque senza spegnere il motore per non privarsi dell’aria condiziona­ta. Chi passa nei dintorni o, sfortunato, ha la finestra al di sopra respira il «meglio» dei loro tubi di scappament­o. Basta girare per le strade romane per rendersene conto. Secondo lei i vigili intervengo­no adeguatame­nte? Stefania Limiti

Ovviamente no. La sua domanda è tipicament­e (e ironicamen­te) retorica perché già contiene la risposta. I vigili sono spesso i primi, soprattutt­o d’estate, a tenere i motori accesi per l’aria condiziona­ta. Abbiamo ricevuto tante segnalazio­ni, tra luglio e agosto, di auto con due vigili a bordo (sportelli e vetri chiusi, motori accesi) in diverse zone soprattutt­o del centro storico. Certe scene alimentano i luoghi comuni: e non è colpa dell’informazio­ne se poi tutto questo «finisce sui giornali». Non parliamo di Ncc, auto blu, taxi. I motori accesi ci avvelenano. Ma avvelenano anche loro. Un masochisti­co suicidio di massa. pconti@corriere.it

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