La Capitale con 218 favelas: è allarme
I dati choc nel censimento dei vigili di fine agosto. Le violenze e le intollerabili condizioni igieniche Baraccopoli, accampamenti e bivacchi dal Centro alla periferia occupati da settemila senza tetto
È la Capitale delle 218 favelas, almeno secondo le ultime ispezioni dei vigili urbani. Baraccopoli, accampamenti e bivacchi dal centro storico alla periferia sono occupati da settemila senza tetto. Nella maggior parte dei casi negli insediamenti ci sono intollerabili condizioni igieniche e spesso accadono risse e gravi episodi di violenza. L’ultimo è di pochi giorni fa, quando nella tendopoli del Baobab sulla Tiburtina una donna ha accusato un tunisino di averla stuprata: l’immigrato è stato arrestato.
Oltre la boscaglia, al di là dei cespugli, si sentono voci. Discorsi in lingua straniera, scambi di battute, risate. Ma anche rumori, stoviglie che vengono impilate, scricchiolii di sedie e sdraio. Oltre alberi e rami intricati c’è una comunità, forse un’altra comunità che ha preso il posto di quelle già sgomberate molte volte dalla vegetazione che circonda la Panoramica di Monte Mario. Alcune decine di persone che vivono accampate sotto via Trionfale, a ridosso della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio.
Panni stesi
Ci sono baracche, tende. Panni stesi, lenzuola messe anche solo per guadagnare un minimo di privacy in un accampamento dove per forza di cose è quasi impossibile averne. Ci sono uomini e donne, forse anche qualche minorenne. A pochi metri da qui qualche settimana fa è stato catturato il responsabile dell’omicidio
di un clochard romeno. Ma non mancano aggressioni, violenze, liti. Quello a due passi dal tribunale è solo uno dei 218 bivacchi individuati a fine estate dai vigili urbani.
L’elenco
Da allora l’elenco si è accorciato di qualche voce per via degli sgomberi che la municipale, soprattutto quelli del Pics, ma anche dei gruppi territoriali, svolge quotidianamente in tutta la città (Colle Oppio,
Porta Ardeatina, San Martino ai Monti, parco di via Statilia, ex Casilino 900, Muratella, ponte dell’Industria, sottopasso di corso d’Italia e Muro Torto, solo per citare gli interventi più recenti con la rimozione di tonnellate di rifiuti in collaborazione con l’Ama). La lista, però, potrebbe essersi arricchita di nuovi siti perché la gente che vive all’aperto, sotto un portico o sotto un ponte, o come in questo caso nella boscaglia di Monte Mario, si sposta di continuo. Scompare, ricompare e poi scompare di nuovo, fino alla prossima operazione, alla prossima bonifica.
Gli interventi
Le segnalazioni dei cittadini sono continue, numerosissime, tanto che dal gennaio scorso sarebbero alcune centinaia le operazioni della Municipale. Ma è comunque una situazione che rischia di peggiorare con l’arrivo dei mesi più freddi, dopo che il numero dei senza tetto è cresciuto nell’ultimo anno di qualche centinaio di unità. Si parla di sette-ottomila persone che non hanno un posto sicuro dove andare a dormire, che si arrangiano con baracche e tende in proprietà private, del Comune, della Regione, ma ci sono anche parchi pubblici e perfino aree archeologiche.
Siti a rischio
Delle 218 location scoperte dai vigili urbani, che prima di intervenire svolgono sopralluoghi e appostamenti, almeno 28 sono quelle dove il degrado
Mario, dove insediamenti nascosti insistono nonostante le bonifiche specialmente scendendo dallo Zodiaco, tendopoli e baraccopoli si sono formate nel tempo in direzione Balduina e Medaglie d’Oro. Ma costruzioni e manufatti abusivi, se non proprio casupole messe insieme con cartone e in qualche caso pannelli di compensato, si possono trovare anche nelle zone dell’Aurelio, Boccea e Bravetta.
Le bonifiche
Dove non è possibile allestire un gazebo con un tetto, allora chi vive in strada ha preparato giacigli sui marciapiedi, che tuttavia vengono organizzati anche sotto i viadotti della tangenziale Est, della bretella per la Roma-L’Aquila, sulla Flaminia, prima del Raccordo anulare. Le sponde dell’Aniene. Ma tende compaiono sul lungotevere Testaccio, in via del Foro Italico nei pressi del- la rampa d’accesso per via Salaria, a ridosso della stazione Tiburtina, e non solo nel campo assistito dai volontari di Baobab Experience. Soltanto sulle sponde dell’Aniene vivono più di un migliaio di persone – ed è una stima in difetto –, fra accampamenti veri e propri e manufatti isolati. Si comincia dalla Salaria e si prosegue verso la Tiburtina, il Portonaccio, Pietralata.
Il viadotto sul Tevere
Alla Magliana è, invece, il Tevere a essere abitato, nei pressi del viadotto. Come anche l’area golenale lungo via Portuense. Il capitolo Roma Nord comprende soprattutto insediamenti composti da costruzioni edificate con materiali di risulta, sulla Flaminia, sulla Cassia, a Castel Giubileo, a Tor di Quinto e fino a Grottarossa e Labaro. E le baracche ritornano invece avvicinandosi a Ostia, alla pineta delle Acque Rosse e all’Idroscalo. Luoghi dove negli ultimi anni si sono consumate tragedie, con morti di clochard e senza tetto, a volte violente, a volte invece causate dalle condizioni di degrado e di mancanza di un minimo livello di igiene.