«Un’altra Roma Tutti in piazza il 27 ottobre»
Prima riunione operativa dei promotori della manifestazione
Il 27 ottobre si avvicina: è il giorno della manifestazione, del sit-in in Campidoglio per protestare contro il degrado di Roma. Il comitato organizzatore della manifestazione «Tutti per Roma per tutti »( l’ hashtag#ro ma dice basta) iniziale riunioni tecniche perché l’evento riesca e lancia forte il suo messaggio. «Vogliamo ripartire da qui e dire a chi governa Roma da due anni e mezzo che noi cittadini vediamo e capiamo tutto e non siamo per niente contenti».
Ieri nella galleria in una delle piazzette più suggestive di Roma le sei promotrici partite da una semplice pagina Facebook che ora ha quasi 20mila adesioni - hanno incontrato simpatizzanti ed aderenti per mettere a punto l’organizzazione dell’evento. Cittadini e cittadine comuni «che vogliono vivere in una città con servizi essenziali che abbiamo un minimo di decoro».
Non ci sarà un palco in piazza («non abbiamo i soldi per affittarlo»), non ci saranno bandiere politiche («abbiamo declinato tutte le offerte di adesione»). Spiega Emma Amiconi, portavoce delle sei donne: « Il nostro è un messaggio di amore verso Roma, non vuole solo essere una protesta nei confronti dell’attuale giunta, ma soprattutto uno stimolo a riprendere in mano le sorti di Roma con serietà e competenza».
Tra le adesioni alla manifestazione c’è quella di Imma Battaglia, ex-consigliere comunale (giunta Marino) e presidente di Di Gay project. «Il 27 in Campidoglio bisogna unirsi a questo grido “Roma dice basta” - spiega Battaglia non ne possiamo più di questo continuo scaricare altrove le proprie responsabilità. La Raggi è responsabile e colpevole di quello che sta accadendo a questa città. Noi non aspettiamo che il tribunale a novembre la condanni, il popolo già l’ha gia condannata per la sua incapacità». Le organizzatrici ripetono continuamente a tutti che non gradiscono che ci siano bandiere o appartenenze politiche alla manifestazione. «Ma essere in piazza è già un atto politico», precisa Battaglia.
«Anche noi saremo in piazza per far conoscere l’esistenza del referendum dell’11 novembre», commenta Francesco Mingiardi, presidente del Comitato Sì-Mobilitiamo Roma. «Un’ iniziativa referendaria di cui si parla troppo poco, però il trasporto pubblico è il primo problema dei romani». Il referendum promosso dai radicali Italiani chiede ai cittadini se mettere a a gara la gestione del trasporto pubblico o lasciare il monopolio in house del Comune. «Un monopolio che ha prodotto un debito aziendale di 1milione e 400 mila euro - dice Mingiardiche tradotto vuol dire che ogni romano (anche quelli che non prendono i mezzi pubblici) paga 170 euro all’anno di tassa occulta per Atac. E che ogni biglietto del bus in realtà costa 7.50 e non 1.50».
Tra le adesioni anche Riccardo Magi, deputato e segretario dei radical italiani. «Noi saremo in piazza il 27 perché il trasporto pubblico è uno dei primi problemi dei romani. E tra le più gravi responsabilità di quest’amministrazione c’è quella di non informare i cittadini come dovrebbe fare sul referendum di novembre». I promotori del consultazione quindi si uniranno alla manifestazione del 27 ottobre per far conoscere le ragioni del quesito. «La città è ostaggio dell’Atac- conclude Magi -. Si adatta alle esigenze dell’azienda, non il contrario».