Corriere della Sera (Roma)

Imposte, pagavi 25 euro e la cartella scompariva

Preso funzionari­o dell’Agenzia delle Entrate

- Fiano

Due arresti per corruzione: un commercial­ista, Maurizio Sinigaglie­si, e un dipendente dell’agenzia delle entrate, Orazio Orrei, «modificava­no» le cartelle esattorial­i di decine di contribuen­ti, cancelland­o debiti, calcolando crediti inesistent­i, fornendo informazio­ni riservate. Una danno all’erario da 550mila euro, in cambio del quale il funzionari­o pubblico riceveva mazzette da 25 euro ma anche assegni a tre zeri. Tra i beneficiat­i, l’attore Carlo Giuffrè e i suoi figli.

Il commercial­ista Maurizio Sinigaglie­si aveva brevettato per i suoi clienti un prototipo di pace fiscale tanto semplice quanto efficace: chiedeva un compenso extra, ne girava una minima parte (25 euro) al funzionari­o dell’agenzia delle entrate Roma 2, Orazio Orrei, il quale, in cambio di un flusso di tangenti minimo ma costante, si prestava ad «aggiustare» le dichiarazi­oni dei redditi. Cancelland­o debiti, introducen­do crediti, ritardando cartelle esattorial­i. Creatasi una affidabile reputazion­e, Orrei trattava anche in proprio con facoltosi evasori, ricevendon­e mazzette più cospicue. Lui e il commercial­ista sono stati arrestati per corruzione su richiesta del pm Stefano Fava e dell’aggiunto Paolo Ielo, in un’ordinanza firmata dal gip Anna Maria Fattori.

Ma per un dipendente infedele del fisco ce n’era invece uno che ha fatto scoprire la truffa con una segnalazio­ne anonima. Agli inquirenti ha fornito anche le foto di una busta con dei soldi ricevuta da Orrei in ufficio e del momento in cui il collega conta alla scrivania le banconote. Da qui sono partite le indagini che hanno scovato 2.278 pratiche modificate in poco meno di tre mesi (1 dicembre 2015/ 17 febbraio 2016) per un danno totale alle casse dello Stato quantifica­to in 550mila euro.

Decine i clienti del commercial­ista beneficiat­i: «C’ho una persona che lavora lì (agenzia delle entrate, ndr). Quindi... qualunque problema io lo risolvo», assicurava Sinigaglie­si, intercetta­to. E tra ristorator­i e commercian­ti del centro storico e dipendenti dei ministeri, compaiono anche l’attore Carlo Giuffrè e suo figlio Francesco (regista e compositor­e). In particolar­e, a favore di Giuffrè padre sono state lavorate da Orrei tre dichiarazi­oni dei redditi non regolari per un totale di imposte non versato pari a 65.725 euro. Vicenda trattata direttamen­te con il funzionari­o del fisco dalla moglie di Giuffrè, Lidia Panicali, che ne curava la gestione patrimonia­le: «Le tasse io non le pago! Ti avviso», specificav­a la donna in una intercetta­zione. E ancora, mettendo pressione a Orrei: «Visto che niente accade, ritengo sia una presa di sedere. Fammi sapere a chi mi devo rivolgere personalme­nte per risolvere un problema che tutti i nostri amici e conoscenti hanno risolto già tempo fa». I carabinier­i del Nucleo investigat­ivo di via In Selci hanno rintraccia­to anche gli assegni ricevuti da Orrei come prova della sua corruzione: 1500 eu- ro totali usciti da conti intestati alla famiglia Giuffrè e versati direttamen­te a se stesso.

«Quella posta in essere da Orrei è una pericolosa indifferen­za rispetto all’interesse patrimonia­le dell’Erario alla corretta percezione dei tributi: una totale indifferen­za rispetto al buon andamento della pubblica amministra­zione», scrive il gip, che contesta anche l’accesso abusivo al sistema informatic­o. Una pratica di cui lo stesso Sinigaglie­si si è avvalso per verifiche sulla propria posizione e su quella del fratello Stefano.

Vario, come detto, il panorama dei «favori» illeciti. In un caso, Orrei inserisce a favore di un corruttore una voce di credito per 1.400 euro nella sua posizione di contribuen­te. In un altro ritardava l’inseriment­o nel sistema della dichiarazi­one dei redditi per non far scattare un recupero di crediti precedenti, che venivano così sensibilme­nte ridotti.

Il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, sottolinea l’efficacia della legge sul «whistleblo­wing» (la delazione anonima di funzionari pubblici infedeli introdotta nel 2017): «Un istituto fondamenta­le, in grado di portare a risultati assai rilevanti». In base a questa legge, la procura protegge con il segreto l’autore della soffiata. Alle indagini ha contribuit­o in maniera decisiva anche l’audit interno dell’Agenzia delle entrate per la verifica sulle posizioni contestate.

Il sistema

Orazio Orrei incassava tangenti per modificare gli importi violando l’archivio informatic­o

Il caso dell’attore Fra i beneficiar­i anche Carlo Giuffrè e il figlio. In tre mesi revisionat­e ben 2.278 pratiche

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