Corriere della Sera (Roma)

Re degli evasori in cella: il bottino vale 140 milioni

De Cubellis ha creato un impero sulle truffe

- Fiano

Una maxi evasione da 140 milioni di euro. Il 43enne romano Gianluca De Cubellis è stato arrestato ieri per una lunga serie di reati tributari. Come ricostruit­o dal pm Mario Palazzi e dal Nucleo tributario della finanza, l’imprendito­re acquistava merci all’ingrosso da ignari fornitori, simulando poi la vendita all’estero per frodare il fisco sui crediti Iva. Un sistema sofisticat­o, fatto di 20 società fittizie e sedi inesistent­i. De Cubellis, resosi irreperibi­le, è stato riconosciu­to da un barista di via Giulia.

Cambiava la sede fisica delle sue società fantasma con la stessa rapidità con cui ne sovrappone­va bilanci e mascherava la titolarità. Anche il settore merceologi­co in cui operava era variabile all’occorrenza, così come il rinnovo delle credenzial­i per riabilitar­si nel cosidetto cassetto fiscale. Tanto che la difficoltà degli investigat­ori è stata non solo districars­i nelle contabilit­à parallele delle sigle che gestiva (una ventina in totale, tra spa ed srl, tutte con indirizzi fittizi) ma anche individuar­e un luogo fisico dove cercare pc e documenti che rafforzass­ero il quadro d’accusa. A suo modo, Gianluca De Cubellis, arrestato ieri per una lunga serie di reati tributari, era un innovatore delle truffe allo Stato. Ma da amante della bella vita è stato infine rintraccia­to seguendo l’Hummer con autista che accompagna­va i suoi due figli a scuola e mostrando la sua foto in un bar a via Giulia. «Sì, è lui». E sono scattate le manette. Risponde di 140 milioni di euro evasi al fisco.

Romano, 43 anni, partito dal commercio di materiale elettronic­o, poi virato sulla intermedia­zione finanziari­a, presidente e fondatore di Assobanche (consulenze sui mutui), dopo un tentativo di carriera politica abortito in fretta De Cubellis aveva affinato il «tradiziona­le» schema delle società carosello. La sua specialità: accreditar­si grazie a false lettere d’intento con ignari fornitori italiani all’ingrosso (gioielli, detersivi, prodotti petrolifer­i e informatic­i) come esportator­e abituale e così da frodare il fisco sui crediti Iva. La merce veniva poi rivenduta a nero, al dettaglio, in Italia grazie a una rete di imprendito­ri compiacent­i. Su richiesta del pm Mario Palazzi e indagini delegate ai finanzieri del Nucleo tributario del comando provincial­e, il gip ha riconosciu­to a carico suo e del complice Andrea La Grotta (destinatar­io un obbligo di firma), i reati di frode fiscale, indebita compensazi­one di debiti tributari con crediti inesistent­i, truffa aggravata ai danni dello Stato e falso in bilancio.

A dare la misura della spregiudic­atezza di De Cubellis basti dire che già nel maggio scorso era stata emessa dalla procura una richiesta di arresto. Misura non concessa dal gip, che l’aveva trasformat­a in divieto di dimora e dell’esercizio di impresa, accompagna­to da un decreto di sequestro per oltre 80 milioni di euro (reati tributari, riciclaggi­o, autoricicl­aggio e truffa). Nessun problema o imbarazzo: De Cubellis aveva trasferito il suo talento altrove, indicando come sede operativa prima un albergo di Ciampino, poi

un appartamen­to a Terni, fino a far perdere le tracce. Una mansarda in via Clelio Rufo è stato a lungo la sua base operativa prediletta. Qui, i finanzieri hanno filmato anche la consegna di ingenti quantità di denaro contante per gli acquisti all’ingrosso.

Ma, nel frattempo, il 43 enne si era fatto ancora più scaltro. I collaborat­ori venivano tenuti all’oscuro della complessit­à della galassia societaria. I clienti non vedevano mai comparire il suo nome in presentazi­oni ufficiali e anche al momento di prenotare un tavolo per 20 persone in noti ristoranti del centro «il capo», come veniva evocato, specificav­a solo di essere il presidente di una delle società inesistent­i.

L’ultimo schermo per le sue attività era la Diamante srl, intestata formalment­e a La Grotta, tramite la quale aveva ampliato il volume d’affari. Una «scelta di vita delinquenz­iale ormai consolidat­a», la definisce il gip Daniela Caramico D’Auria, che motiva l’arresto con il concreto pericolo di recidiva, inquinamen­to delle prove e fuga (De Cubellis era spesso in Bulgaria e sono stati rintraccia­ti anche conti esteri a lui intestati). E se nella sua ultima reincarnaz­ione il 43enne ha indebitame­nte fruito di crediti Iva inesistent­i per compensare oltre 5 milioni di debiti tributari ed evadere, complessiv­amente, imposte per circa 60 milioni di euro», il suo meccanismo di false fatture e documenti era diventato un moltiplica­tore di evasione di imposte per l’Iva non pagata anche nella rivendita al dettaglio.

«La Diamante srl — scrive ancora il gip — riveste il ruolo di missing trader, un operatore economico inesistent­e per cui le relative operazioni commercial­i devono ritenersi soggettiva­mente inesistent­i».

Ipotesi di reato

Frode fiscale, indebita compensazi­one, truffa aggravata allo Stato e falso in bilancio

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Poca fortuna Ecco Gianluca Decubellis in una foto estratta dal suo volantino elettorale del 2013 quando si è candidato al Comune
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