Corriere della Sera (Roma)

Da sola nell’appartamen­to, riesce a sfuggire allo stupro

Terrore per una ventenne, operaio arrestato

- Frignani

Apre la porta di casa a un elettricis­ta che la insegue in camera da letto e tenta di vio- lentarla. Una mattinata da incubo per una ragazza di 20 anni che si trovava nell’apparta- mento del padre in viale Giotto, a San Saba. A salvare la giovane è stato il cane, al quale la vittima si è stretta cercando protezione. L’operaio è stato poi arrestato dalla polizia per violenza sessuale. La giovane lo ha indicato agli agenti e anche un suo collega ha confermato che si era allontanat­o per qualche minuto dal lavoro.

Gli aveva aperto la porta di casa in pigiama. Una maglietta e un paio di short. Non pensava che sarebbe bastato questo per essere molestata pesantemen­te da un elettricis­ta incaricato dal condominio di effettuare lavori sugli impianti a bassa tensione del palazzo. Una violenza sessuale nella tarda mattinata di giovedì in un edificio di viale Giotto, a San Saba, dove la polizia ha arrestato l’elettricis­ta, Sossio Lettera, 54 anni, originario di Frattamagg­iore (Napoli), portandolo a Regina Coeli.

A inchiodarl­o alle sue responsabi­lità è stata la drammatica testimonia­nza della ragazza, 20 anni, che ancora impaurita, è riuscita a raccontare quello che era successo nell’appartamen­to agli agenti delle volanti e poi alle poliziotte del commissari­ato Celio. L’operaio si è presentato con un collega e ha chiesto alla giovane, che in quel momento si trovava da sola a casa del padre, di aprire la porta perché erano stati autorizzat­i dal condominio a svolgere lavori sul pannello elettrico. La ragazza ha aperto senza sospettare nulla. «Ho detto loro - ha raccontato alla polizia - che sarei andata in camera mia per mettermi un paio di pantaloni. Ma uno dei due operai mi ha seguito e mi detto: “Come sei carina”. Non sapevo cosa risponderg­li, mi sentivo a disagio, ho replicato con un “Grazie”». Purtroppo però non era finita lì.

Approfitta­ndo del fatto che il collega si trovava sul pianerotto­lo con la cassetta degli attrezzi, in procinto di lavorare sulla parete con un trapano, il cinquanten­ne è tornato nella camera da letto della ragazza per molestarla ancora. «Si è presentato con lo sportello di vetro dell’impianto elettrico che ha appoggiato sull’armadio, poi si è avvicinato e mi ha baciata sulla bocca. E non si è fermato, mi ha avvinghiat­o...». La ragazza lo ha respinto ed è corsa poi nella camera del padre dove si trovava il cane. «Ho ricordato in una frazione di secondo che non appena entrato in casa l’operaio aveva detto di aver paura di lui», ha spiegato la ventenne ai poliziotti. La prima ad accorrere in suo aiuto è stata la madre che ha trovato la figlia abbracciat­a al cane in un estremo tentativo di cercare protezione. Poi è arrivato anche il padre. I genitori della vittima hanno affrontato gli operai e poi hanno chiamato la polizia. Gli agenti hanno trovato lo sportello del contatore ancora sull’armadio e il cinquanten­ne è stato subito indicato dalla giovane come colui che aveva cercato di violentarl­a solo pochi istanti prima. Insomma elementi schiaccian­ti, tanto che in commissari­ato il suo collega ha confermato di averlo chiamato a lungo dal pianerotto­lo «perché per cominciare il lavoro dovevamo essere in due, ma lui si è presentato solo 3-4 minuti più tardi, dicendomi che era dovuto andare in bagno».

Il racconto

«Mi ha detto: “come sei carina”. Poi mi ha baciato sulla bocca e mi ha avvinghiat­o...»

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