Giulia Napoleone, realtà in equilibrio tra segno e colore
Mostra alla Galleria nazionale d’arte moderna
L’infinito non si può narrare, né spiegare. Forse, solo evocare. E da oltre mezzo secolo ci prova il millimetrico segno, intriso di poesia, di Giulia Napoleone, classe 1936, artista e incisore di rara raffinatezza, alla quale è dedicata una mostra antologica allestita fino al 6 gennaio alla Galleria nazionale d’arte moderna, a cura di Giuseppe Appella.
Titolo della rassegna, Realtà in equilibrio. Ed è davvero un crinale sottilissimo l’equilibrio su cui si muove Giulia dagli esordi — seconda metà degli anni Cinquanta — fino a oggi. Un percorso di grande coerenza e tutto sommato in solitudine, comunque lontana dai clamori degli ismi più gridati del secondo Novecento. Incentrata e concentrata, piuttosto, sulla ricerca, sui valori della percezione visiva, sulle forme lenticolari, sulle tecniche di realizzazione.
Fu il grande Giorgio Morandi, recita la biografia, conosciuto nel 1958, a consigliacaratteristici re a Giulia di dedicarsi all’incisione, al disegno e all’insegnamento. Tre strade maestre che Napoleone seguirà sia pur in maniera non totalizzante (dall’olio alla prediletta carta, la sua prassi artistica non esclude nulla), sempre saldamente ancorata a un’astrazione minuta, di lentissima esecuzione, applicata con la pazienza di un’amanuense.
Ora centoquattro di queste poetiche «calligrafie» — siano esse dipinti, sculture, disegni, incisioni o libri d’artista — datate 1956-2018, sono esposte con l’obiettivo di evidenziare la nascita e i successivi sviluppi di un linguaggio: «La poesia è come un paesaggio — scrive Giulia Napoleone — tutta la comprensione delle cose avviene attraverso la poesia, a tutto corrisponde un verso. La mia lettura è una lettura lenta e tormentata, un processo di assimilazione difficoltoso».
Dai paesaggi «di puntini», come lei stessa li definisce, ai
«blu» che definiscono la sua ricerca dagli anni Settanta in poi. Quei blu anti-naturalistici che non hanno a che vedere tanto con il mare o con il cielo, a sentire l’artista, quanto piuttosto con l’astrazione del pensiero: «Per me il pensiero è azzurro, e l’azzurro è denso di storia, è il colore dell’intelligenza...». Il titolo della mostra, infine: Realtà
in equilibrio cita un testo di Fausto Melotti pubblicato nel 1982 in occasione di una mostra alla Galleria Il Segno di Roma, che comprendeva, oltre a Giulia Napoleone, anche opere di Lorenzetti, Conte, Aricò e Uncini, ovvero cinque artisti «anacoreti, lontani dalle tentazioni del mondo».