«Fate indagini patrimoniali sui manager»
Invito del tribunale ai vertici Atac. Referendum, Cpi e Mdp: no
Manager irresponsabili e assessori latitanti hanno prodotto il disastro Atac. Il suggerimento dei tre commissari giudiziali ai vertici è quello di intentare una serie di azioni di risarcimento nei confronti del passato management. «Chi scrive invita l’attuale organo di governo a dedicare ulteriori risorse a tutela del ceto creditorio».
Manager irresponsabili e assessori latitanti hanno prodotto, assieme, il gran disastro Atac, quantificato in un miliardo e trecento milioni di debiti. Ora, però, andando a ritroso nei consigli di amministrazione che i commissari giudiziali puntualmente ricostruiscono, l’Atac potrebbe prendersi la sua rivincita: «Chi scrive — sottolineano Giorgio Lener, Giuseppe Sancetta e Luca Gratteri — invita l’attuale organo di governo Atac a dedicare ulteriori risorse e attenzione— unitamente all’espletamento di indagini patrimoniali sui potenziali responsabili in funzione della fruttuosità delle eventuali azioni — a tutela esclusiva del ceto creditorio».
L’invito che punta a sollecitare una serie di azioni civili nei confronti di vecchi dirigenti (di accertata infedeltà) ricorrendo perfino a istruttorie patrimoniali è ripetuto: «I commissari — si legge ancora nella relazione depositata al fallimentare — sollecitano l’organo amministrativo in carica a riesaminare tutte le vicende oggetto di segnalazione alla Corte dei conti alle quali non è ancora seguita la formale apertura del giudizio contabile di responsabilità». Non è tutto. A voler seguire il consiglio dei commissari gli attuali vertici aziendali dovrebbero proporre azioni di risarcimento anche nel caso di un’archiviazione da parte della Corte di conti. «Sembra opportuno — scrivono — invitare gli attuali amministratori di atac a rileggere in termini di responsabilità civile nei confronti della società ora in concordato e non più in termini di responsabilità erariale, le fattispecie archiviate nella prospettiva di valutare la proponibilità di eventuali azioni di responsabilità anche in siffatti casi».
I commissari ritengono «condivisibili» le argomentazioni del nuovo piano industriale sull’aumento di ricavi e «apprezzabile» il miglioramento nei costi di gestione del personale raggiunto nell’ultimo anno ma non è il caso di esultare. La buona riuscita del concordato è appesa alla buona volontà del Comune che si è impegnato a rinnovare la flotta (la più vecchia d’Europa). «Il ruolo di Roma Capitale — scrivono i tre professionisti — è centrale nell’attuazione del piano, si deve quindi confidare che quel sostegno permanga inalterato». A questo proposito i commissari giudicano stridente «la tardiva approvazione del bilancio 2017 intervenuta solo a fine settembre 2018». Come pure pesano le incertezze capitoline riguardo al futuro assetto del trasporto pubblico locale. Dubbi che «lasciano emergere un’incertezza prospettica in ipotesi anche oltre l’arco temporale del piano». La conclusione suona come un piccolo incoraggiamento ai vertici aziendali: «Nella fase concordataria i sottoscritti hanno potuto apprezzare segnali di discontinuità rispetto alle condotte in precedenza segnalate». Domenica il referendum in vista del quale Casapound ha invitato all’astensione. Per il «No» si è detto invece Mdp.