PROGETTI, ORA BASTA BRUTTEZZE
Allora è deciso: d’ora in poi tutte (o quasi) le opere che realizzerà il Campidoglio nel settore dei lavori pubblici saranno di buona qualità architettonica. Basta con la sciatteria degli uffici comunali, basta al tirar via su progetti che rattristano per decenni la città a causa della loro bruttezza. Con la firma, l’altro giorno, di un Protocollo d’intesa con l’Ordine degli architetti il Comune considera «imprescindibile» il ricorso ad una gara di progettazione quando si predisponga l’avvio di una piazza, una scuola, una scalinata, un ufficio. Il confronto tra tanti architetti non potrà che esaltare la qualità del progetto da realizzare. E se è vero che l’Architettura deve rendere l’uomo più felice, i romani saranno un po’ meno infelici per i prossimi tre anni, tanto è la durata del patto firmato tra l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori e il capo dei 160 mila architetti italiani Giuseppe Cappochin, entrambi apparentemente scettici sull’esito concreto dell’intesa. Non a torto: le procedure di un concorso sono complicate e quindi lunghe, aumentando i tempi già eccessivi che passano dall’ideazione alla realizzazione di un intervento. Ma la strada è quella giusta: se anche Pechino ha capito che dopo la quantità dei prodotti da esportare è il momento di passare alla qualità del prodotto, il fatto che a Roma si pensi a difendere la forma dell’ambiente urbano va salutato con apprezzamento. E allora cominciamo a fare qualche cosa.