Primarie Dem: 60mila al voto, Astorre avanti
C’è Bruno Astorre, senatore, in testa alla corsa per diventare il nuovo segretario del PdLazio e succedere a Fabio Melilli.
Gli altri due candidati l’«orfiniano» Claudio Mancini e l’outsider vicino a Matteo Richetti, Andrea Alemanni speravano di recuperare ai 400 gazebo allestiti aperti dalle 8 alle 21 a Roma e in tutto il Lazio, ma per loro i segnali sono quelli di una sconfitta. Oggi i risultati ufficiali. Astorre, collegato alla corrente che fa riferimento all’ex ministro Dario Franceschini, sembra aver ripetuto il risultato ottenuto nella sfida dei circoli quando si è imposto sui due rivali col 59,9% -, forse pure beneficiando dell’endorsement informale di Nicola Zingaretti. Motivo per cui, in un certo senso, il test di ieri da alcuni è stato letto come prova generale delle primarie per la segreteria del Pd nazionale, passaggio che si terrà il 3 marzo dell’anno prossimo. L’europarlamentare ed ex presidente della Provincia, Enrico Gasbarra: «Nel passato i democratici del Lazio hanno saputo unirsi e vincere anticipando con coraggio nuove piattaforme politiche. Partendo dal buon governo di Nicola Zingaretti è necessario abbandonare la frammentazione interna per dar spazio ad una nuova e moderna proposta politica».
Al netto della corsa alla segreteria, però, il dato forse politicamente più rilevante è quello relativo all’affluenza. Ieri i votanti sono stati circa 60 mila, un risultato buono se commisurato alla situazione del Pd nazionale, segnale di un fuoco che arde (ancora) sotto la cenere dell’ultima debacle elettorale, il 4 marzo. Alle 22 avevano votato: a Roma e provincia in 36mila, a Latina in 5.200, a Frosinone in 8mila, a Viterbo in 6 mila e a Rieti in 2.500. Quattro anni fa, quando venne eletto Melilli, i votanti furono 48 mila, quota già più che dimezzata rispetto al 2012 quando fu eletto Enrico Gasbarra: allora alle urne si recarono circa 120 mila. Ieri Astorre puntava a 50mila, la previsione di Mancini era di 60 mila mentre secondo Alemanni non si doveva scendere sotto i 30 mila, «sennò sarebbe una recessione», aveva detto al forum dell’agenzia Dire. I dati sull’affluenza, insomma, dicono che il Pd resiste nonostante tutto. «Nel Lazio è importante ripartire con il piede giusto e, al di là del dibattito congressuale nazionale, stabilizzare il partito nell’unità è una priorità - dice ancora Gasbarra -. A Bruno Astorre faccio di cuore gli auguri di un buon lavoro e sono sicuro che saprà essere il segretario di tutti, al quale tutti dobbiamo dare una mano».
Gasbarra «Partire dal buon governo in Regione e stop frammentazione interna al partito»