Piccoli creditori: «Recupereremo appena il 10%»
Il concordato per evitare il fallimento di Atac alle battute finali
Mentre il concordato di Atac è giunto alla battute finali, i piccoli creditori sono preoccupati: «A questo punto siamo consapevoli di quello che ci aspetta — si sfoga uno dei creditori che chiede l’anonimato —. Nessuno, benché vicini al Natale, si aspetta un miracolo. Sappiamo che Atac avrà difficoltà a onorare i nostri crediti». «É realistico pensare che realizzeremo appena il 10% del dovuto». La parola ora passa all’assemblea prevista il 19 dicembre.
Non per spirito natalizio, bensì per sano realismo le decine di creditori Atac si preparano a un’assemblea partecipata, ma non bellicosa, popolata, ma non intemperante. «A questo punto siamo consapevoli di quello che ci aspetta — si sfoga uno dei creditori che chiede l’anonimato —. Nessuno, benché vicini al 24 dicembre, si aspetta un miracolo. Sappiamo perfettamente che Atac avrà difficoltà a realizzare quanto è necessario a onorare i nostri crediti». Tradotto? «É realistico pensare che realizzeremo il 10% del dovuto». La parola ora passa all’assemblea prevista il 19 dicembre.
Nel corso della procedura per il concordato i commissari si sono espressi in modo rassicurante. Ci sono gli immobili. Ci sono i mezzi. Ci sono le rimesse, hanno spiegato. «É vero. Come è vero che, ad esempio le banche sono creditori privilegiati. Noi, invece, siamo fra i comuni mortali. Dobbiamo fare i conti con il vero appeal degli immobili della municipalizzata dei trasporti. Atac non possiede appartamenti ma autorimesse, officine. E opera in regime di monopolio: chi vorrà una rimessa sulla Prenestina o altrove? E per farci cosa?». Fra i creditori, allora, prevale la rassegnazione.
Nei giorni scorsi, intanto, i commissari giudiziali hanno depositato la loro relazione. Loro sì, sono stati durissimi. «Chi scrive — hanno sottolineato Giorgio Lener, Giuseppe Sancetta e Luca Gratteri — invita l’attuale organo di governo Atac a dedicare ulteriori risorse e attenzione — unitamente all’espletamento di indagini patrimoniali sui potenziali responsabili in funzione della fruttuosità delle eventuali azioni — a tutela esclusiva del ceto creditorio». L’invito che punta a sollecitare una serie di azioni civili nei confronti di vecchi dirigenti (di accertata infedeltà) ricorrendo perfino a istruttorie patrimoniali è ripetuto: «I commissari — si legge ancora nella relazione depositata al fallimentare — sollecitano l’organo amministrativo in carica a riesaminare tutte le vicende oggetto di segnalazione alla Corte dei conti». Si vedrà.