Scioperi, insegne, rifiuti Quando «La strada» diventa un palcoscenico
Maxxi: sculture, installazioni, quadri, videoproiezioni compongono il colorato racconto delle vie del mondo
Ci sono voluti più di 140 artisti internazionali con oltre 200 opere raccolte in un percorso espositivo curato da Hou Hanru (con l’intero staff curatoriale del Maxxi) per trasformare l’ordinaria atmosfera rarefatta del museo di via Guido Reni 4 nella rappresentazione – a tratti fedele – di un’intensa scena di caos metropolitano, tra insegne luminose, rifiuti, telecamere di videosorveglianza, automobili e scioperi. Con La strada. Dove si crea il mondo, mostra in programma da oggi al 28 aprile, il Maxxi somiglia a una via dove i lavori (quadri, sculture, installazioni e videoproiezioni) compongono il racconto multiculturale, colorato, stimolante e in alcuni camostra si violento e assordante delle strade del mondo (da martedì a domenica, biglietto: 12 euro. www.maxxi.art).
«Per sua natura la strada accoglie ogni forma aperta di vita, è il palcoscenico dell’uomo, il vero laboratorio di discussione, creazione e confronto dove si risponde ai bisogni essenziali dell’umanità e s’inventa il contemporaneo – commenta Hanru – e questa presa di coscienza è ancor più vitale oggi, nell’era della comunicazione digitale globale in cui il mondo virtuale va sostituendo quello reale».
L’esposizione si apre con la sezione «Street Politcs» in cui la strada appare come luogo di festa ma anche di tensioni sociali: dai dipinti di Vatamanu & Tudor ispirati alle proteste contro il capitalismo ai collage femministi di Marinella Senatore, fino all’opera di Kendell Geers The Devil You Know: una stella composta dai lampeggianti delle auto della polizia. Sullo stesso tema i lavori di Yang Jiechang e Pak Sheung-Chuen che rimandano agli eventi di piazza Tienanmen nel 1989 e al Movimento degli Ombrelli a Hong Kong nel 2014. «È una politica, nel senso più sacro del termine – spiega Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi – perché getta uno sguardo sulla polis, su come assorbe conflitti e convivenze, offrendosi come habitat delle opportunità per il futuro». Infine l’architettura con due esposizioni che affiancano La strada: Dentro la strada novissima curata da Paolo Portoghesi e L’anello mancante di Michele De Lucchi.
Giovanna Melandri
«È una mostra politica, nel senso più sacro del termine, perché getta uno sguardo sulla polis»