«Scomodo» sbarca in metro Così i ragazzi sognano la città
Sta arrivando una notte «scomoda». La settima per la precisione. Che potremmo descrivere così: dodici ore in cui un luogo solitamente inaccessibile, ma rappresentativo per la nostra città, si anima con arte, musica e tanti giovani che di farsi dominare dall’abbrutimento non hanno alcuna intenzione. Dietro c’è la regia, appunto, di «Scomodo», la rivista studentesca che ogni mese viene realizzata (e autofinanziata) da una redazione di ragazzi e ragazze, tutti volontari (oltre 400), tra i 14 e i 26 anni, stampata in 7.500 copie e distribuita gratuitamente nei licei, nelle università e in altri cento punti chiave della vita capitolina. Le «notti scomode» sono il modo in cui questi ragazzi danno forma plastica al loro modo di immaginare un’altra città: notti bianche della cultura che dallo stadio Flaminio a palazzo Nardini hanno riaperto per una sera luoghi colpevolmente dimenticati dalle amministrazioni. «È un laboratorio sperimentale – dice Edoardo Bucci, uno dei fondatori – per fornire un modello di città diverso, basato sull’inclusione». La location viene svelata stasera. Via social, ovviamente: «L’appuntamento è alle 21 a quattro fermate della metro che saranno annunciate sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram di “Scomodo” – è l’annuncio –. Andiamo a liberare uno spazio di 2 mila e 200 metri quadrati». Ci vuole coraggio, oggi, ad essere scomodi.