Enrico Nigiotti arriva in tour con Cenerentola
Dopo la canzone incisa con Gianna Nannini, il cantautore sarà in concerto all’Auditorium
Ha duettato con Gianna Nannini, in Complici. Il suo timbro profondo con la voce roca della rockstar. Ha scritto il brano Le due finestre per Laura Pausini, di cui ha aperto il concerto al Circo Massimo, e un altro per Eros Ramazzotti. La ballata d’amore Ho bisogno di te. Enrico Nigiotti ha scalato tappe che ne fanno un cantautore quasi d’altri tempi. Lunedì 10 proporrà in anteprima alle 21 all’Auditorium il suo «Cenerentola Tour», dal nome del disco uscito a settembre.
Dalla chitarra imbracciata da piccolissimo, a una carriera — a suo dispetto — internazionale. «Le canzoni di Laura e di Eros — osserva — sono per il mercato mondiale e quindi hanno anche la versione spagnola. Devo tutto a una canzone, L’amore è, portata a «X Factor» (dove si classificò terzo): ha conquistato il disco di platino. Senza quel pezzo, non saremmo qui a parlarne».
Una carriera che sembra nata per caso, in verità dalle solide radici: «Vengo dalle campagne vicino Livorno, la città del poeta del 900 Piero Ciampi. Non ho frequentato nessuna scuola. Da ragazzo suonavo il blues, sono un musicista-cantautore passato dallo strumento alla scrittura. Fra De André e Eric Clapton. Amo pitturare le mie canzoni con riferimenti a Vasco, per me un dio. In campagna coltivavo l’orto con mio nonno,di sicuro suonare è meno faticoso che zappare! Il salto c’è stato con X Factor, oggi per farsi conoscere ci sono o Internet, o i talent. Il vestito giusto è quello che ho addosso, non mi piace inseguire le mode». Il rap? «Fabri Fibra mi è sempre piaciuto. E anche Salmo: è un musicista, e si sente. Con Gianna invece è stato feeling totale. Tutti e due toscani, istintivi. Dopo che gli ho aperto i concerti, è venuta da me: “La tua voce mi garba, perché non cantiamo insieme?”. Un duetto vero, non costruito a tavolino. Gavetta e sudore. Non c’è altro».
Con Virzì come è andata (Nigiotti gli ha prestato due canzoni per il film La pazza gioia? «Dopo avermi votato a Sanremo Giovani, Paolo mi disse “Mi devi un euro”. Poi mi ha regalato lui un cameo nel film, e quei due brani nella colonna sonora. C’è un carattere toscano che persiste: l’amore per la semplicità, quando tutto è ostentazione. L’attaccamento alle radici. Sono molto legato al ricordo di mio nonno Tommaso. Per il futuro non ho troppi sogni: mi basterebbe si ripetesse ciò che ho fatto in questo anno. Ho un lavoro che amo, non mi sveglio alle 5.30 del mattino. Cosa volere ancora».
Nel live, la parte solistica alla chitarra è preponderante: «Cenerentola sono io, con le canzoni scritte in questi anni. Errori ne ho fatti. Ma non mi pento. Giusto sbagliare e giusto ravvedersi. Li prendo come una crescita».