Shoah, gli eroi sottratti all’oblio
Ecco le storie inedite: liceali dell’Aristofane svelano il sacrificio del 13enne Dario Funaro
Tra domani e mercoledì Roma si arricchirà di altre 26 pietre d’inciampo. Per l’occasione saranno anche ricollocate le venti rubate a Monti. In questo contesto è stata recuperata, grazie alla ricerca dei liceali dell’Aristofane la vicenda pressoché sconosciuta del piccolo eroe ebreo Dario Funaro.
Storie che riemergono dal passato, quasi sempre grazie a ricerche appassionate che scavano tra ricordi e reperti di un tempo lontano, tre quarti di secolo fa. Ecco cosa c’è sotto quei piccoli sampietrini in ottone lucido, le «pietre della memoria» su cui sono raccolti in estrema sintesi i dati della vittima da ricordare: «Qui abitava Nella Montefiori nata 1.9.1905 arrestata 16.10.1943 deportata ad Auschwitz assassinata 23.10.1943». Questa «stolpersteine» verrà posizionata martedì 15 gennaio alle 14,15 a via del Tritone 46. Non dice però le difficoltà che ci sono state per ricostruire cosa accadde a questa giovane donna ebrea, una maestra elementare di 38 anni che a causa delle leggi razziali aveva lasciato Ancona per riparare a Roma, dove il 16 ottobre del ’43 fu catturata dai tedeschi in Prati mentre camminava per strada con la sorella Ada. Nella fu presa e Ada riuscì a scappare. Sette giorni dopo Nella sarebbe stata uccisa al suo arrivo ad Auschwitz.
Tra domani e mercoledì Roma si arricchirà di altre 26 nuove pietre d’inciampo. Per l’occasione saranno anche ricollocate le venti rubate a Monti: la cerimonia è prevista alle 13,30 in via Madonna dei Monti 82. Sarà il modo per onorare i caduti della famiglia Di Consiglio, che con i loro nomi occupano metà di quelle pietre, ramo materno della grande accusatrice di Erich Priebke, Giulia Spizzichino.
Ci sono molti altri ebrei tra le vittime che vengono ricordate con le nuove pietre, Anselmo Pavoncello (via Reginella 10) Gemma Di Laudadio e Mario, Elisa, Rebecca e Rosa Toscano (piazza Nievo 9) Vittorio Menasci e Benedetto Dell’Ariccia (piazza Cairoli 9) Rita Caviglia, Riccardo e Gianna Di Segni (piazza Bologna 6) Eugenio Elia Chimichi (via Panama 48). In questo contesto è stata ora recuperata, grazie alla ricerca dei liceali dell’Aristofane coordinati dalla professoressa Maria Rosati, la vicenda pressoché sconosciuta del piccolo eroe ebreo Dario Funaro travolto con la sua famiglia (il fratellino Adolfo, il padre Leo e la madre Teresa Di Castro) nei campi di sterminio. Prima però della deportazione, il 10 settembre del ’43, Dario appena tredicenne aveva combattuto armi alla mano nella battaglia di Porta San Paolo. La memoria della sua famiglia viene onorata in via Maiella 15. I tempi della guerra facevano maturare velocemente: c’è un altro ragazzo che viene ricordato in via Gioberti 47, è il quattordicenne Carlo Del Papa caduto nelle ore successive all’8 settembre nella via adiacente a Termini dove reduce da un combattimento contro una colonna di carri armati tedeschi stava difendendo un’autoblindo italiana attaccata dai soldati della Wermacht. E poi ci sono le
Monti Saranno ricollocate anche quelle sottratte nell’oltraggio di Monti il 10 dicembre
storie dei militari che non si piegarono alla Repubblica Sociale come il generale Alberto Trionfi e parteciparono attivamente alla resistenza antinazista come il tenente medico Luigi Pierantoni, arrestato in un ospedale da campo e trucidato alle Fosse Ardeatine. Pierantoni sarà ricordato in piazza Ledro 7, il generale Trionfi in via della Lungara 61. Trionfi è stato ucciso dai nazisti a Schelkowhammer (oggi Ku nica elichowska), in Polonia, durante una marcia della morte partita dal campo di Schokken, nel quale Trionfi era stato deportato assieme ad altri 200 ufficiali. La figlia Maria è riuscita a individuare l’assassino, Otto Heuss, e un testimone oculare polacco, Jan Witka, ma non ha ottenuto il processo che chiedeva.
Con Trionfi e Pierantoni sarà ricordato infine un nutrito gruppo di partigiani a partire da Tor Pignattara con Antonio Roazzi (via Benincasa 28) autista della Marranella, trucidato alle Fosse Ardeatine così come l’operaio Ottavio Capozio (viale dell’Acquedotto Alessandrino 1) il tipografo Guerrino Sbardella (via dei Savorgnan 52) fucilato a Forte Bravetta e Paolo Renzi (via Valmontone 37) anche lui fucilato nel gennaio del ’44. In via di Tor Marancia 63 il manovale Giovanni Tagliavini morto nel campo di Gesen. Unico scampato alla morte nei lager, era detenuto a Mauthausen, il saldatore Renato De Santis, ricordato in via delle Fornaci 39.