L’OBBLIGO DI PARLARE AI GIOVANI
Con chiarezza estrema: i cori antisemiti di sabato pomeriggio all’Olimpico di una parte della tifoseria laziale sono intollerabili, rappresentano un insulto non solo alla Comunità ebraica ma a tutto il Paese, alla sua memoria, alla sua stessa identità. Basta rileggere le parole di Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, pronunciate a palazzo Chigi per la presentazione della Giornata della Memoria 2019: «Ci preoccupano i ritorni di fenomeni di antisemitismo e razzismo in Italia e in Europa. È responsabilità delle istituzioni comprendere e non sottovalutare. Siamo qui per affermare un tema identitario, italiano ed europeo, soprattutto rivolto ai giovani, perché siano consapevoli di essere discendenti di generazioni che hanno vissuto e visto la Shoah». Un coro antisemita, nella sua oscena e colpevole (e drammaticamente consapevole) imbecillità, nega proprio la nostra identità: le generazioni che ci hanno preceduto hanno visto la Shoah, e in parte (anche in Italia) hanno collaborato (basta leggere il recente e documento «1938 L’Italia razzista/I documenti della persecuzione contro gli ebrei» di Fabio Isman, edito dal Mulino).
Epoi quei cori (non importa la squadra di riferimento: sabato poche voci nella curva della Lazio mentre alcuni giorni fa, il 9 gennaio, manifesti antisemiti sono stati attribuiti a tifosi della Roma) offendono anche una parte importante della storia del nostro sport: come racconta Adam Smulevich nel suo saggio edito da Giuntina «Presidenti» lo sport italiano deve molti a esponenti della Comunità ebraica, per esempio il fondatore del Napoli Giorgio Ascarelli o Renato Sacerdoti, un presidentemito della Roma. Per questa ragione fa onore alla nostra città il fatto che tra domani e mercoledì le strade di Roma accoglieranno altre ventisei «pietre d’inciampo» dedicate alla memoria delle vittime del nazifascismo, come ci spiega nel servizio Paolo Brogi. Essenziale, come atto riparatorio, la ricollocazione delle venti pietre rubate il 10 dicembre 2018 in via Madonna dei Monti 82 e dedicate ai deportati nei campi di sterminio delle famiglie Di Castro e Di Consiglio. Una ferita finalmente sanata, come aveva chiesto tempo fa su questo spazio Pierluigi Battista. Solo nutrendo una Memoria capace di parlare ai giovani, narrando e documentando la spietata follia di chi progetto lo sterminio di un Popolo, si può lavorare perché tutto questo non accada più.