Corriere della Sera (Roma)

«Siete marocchini, andate via» Coppia a giudizio per stalking

Tor Bella Monaca, perseguita­ti dai vicini. Contestata l’aggravante dell’odio razziale Offensiva antidroga nei covi dei pusher: c’era anche una donna

- Giulio De Santis

Cacciare a ogni costo dal condominio i vicini di casa perché stranieri. Obiettivo perseguito (e fallito) da una coppia d’italiani che per più di due anni hanno reso la vita impossibil­e a una famiglia marocchina, attraverso frasi razziste e cartelli offensivi affissi ai muri. Gli episodi si sono verificati nella Torre 3 delle case popolari a largo Ferruccio Mengaroni, a Tor Bella Monaca, e adesso i due condomini - Luigi Recchi e Annabella Monti - sono stati rinviati a giudizio come chiesto dal pm Vittorio Pilla con l’accusa di atti persecutor­i aggravati dall’odio razziale. Vittime del clima intimidato­rio sopportato per due anni Nafiy Brahim e sua moglie Badiaa, nonché i due figli minorenni. Ad appesantir­e le contestazi­oni c’è l’aggravante di aver perseguita­to il capofamigl­ia invalido al 100%.

La convivenza si dimostra difficile dal giorno dell’ingresso dei maghrebini nella Torre 3. I nuovi arrivati fanno appena in tempo a disfare le valige che ricevono il primo benvenuto dai coinquilin­i. Queste le frasi con cui Recchia e Monti accolgono Brahim, Badiaa e i loro bambini: «A voi stranieri danno la casa e a noi italiani no, a voi danno il lavoro e a noi no, avete la casa perché siete stranieri e non avete diritto all’accoglienz­a», dicono i due imputati secondo l’accusa. Frasi pronunciat­e nell’agosto del 2013 che, per il pm, sono espression­i dal tenore razzista. L’episodio non resta circoscrit­to. Anzi, la quotidiani­tà è costellata da approcci verbali analoghi: «Dovete andare via, ve la faremo pagare, qui non ci dovete più stare». Però Recchia e Monti si scontrano con un ostacolo insormonta­bile: l’ostinata volontà della famiglia marocchina di restare Un carabinier­e impegnato in un controllo in una zona di periferia

Sei spacciator­i di droga sono stati arrestati dai carabinier­i nel corso di controlli effettuati nel fine settimana a Tor Bella Monaca e a Tor Vergata. Si tratta di tre giovani romani, un pugliese, un campano e una romena che vendevano soprattutt­o eroina e cocaina. In manette altre dieci persone per altri reati. Fra loro due sorelle per furto. nella casa ottenuta grazie al possesso dei requisiti previsti dalla legge.

Il braccio di ferro continua, gli imputati non risparmian­o colpi bassi. Sulle pareti del condominio affiggono cartelli dal contenuto rimasto ignoto. Quando un foglio viene rimosso la reazione dei due italiani è furente: «Ristaccalo e ti taglio una mano! Siete pregati di non sbattere cancelli e porte. Specialmen­te la mattina alla sei», scrivono in un nuovo cartello - citato dal pm - nel marzo del 2015. I marocchini non abbassano la testa. E la guerra degli imputati prosegue, sempre a colpi di cartelli: «’A zozzi le carte delle merendine buttatele al secchio, no sul pianerotto­lo e lavateve le mani che il muro lo state a zozza’, abbiamo pagato per rivernicia­rlo, grazie», mettono nero su bianco il 23 settembre 2015. Niente, la famiglia di Brahim non alza bandiera bianca, rimuove ancora una volta il messaggio. La coppia abbandona ogni remora e bussa alla porta dei vicini: «Ti spacco la faccia, come ti sei permesso di togliere il foglio?», grida Recchia spalleggia­to dalla Monti che, secondo il pm, a sua volta urla: «Dovete lasciare il foglio, ve ne dovete andare».

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