Corriere della Sera (Roma)

Permessi edili, tangenti in Comune

Cento euro per accelerare l’iter delle pratiche. Nove misure cautelari anche per ingegneri, architetti e geometri Mazzette salta-file per anni all’assessorat­o all’Urbanistic­a: quattro dipendenti ai «domiciliar­i»

- Frignani

Prendevano soldi per accelerare il rilascio di pratiche dall’Archivio edile del Comune. Quattro dipendenti del Campidogli­o - uno di Risorse per Roma - sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza per corruzione e si trovano ora ai domiciliar­i. Il sospetto è che lo facessero da anni. Indagati nove profession­isti che lavoravano con loro, facendo anche da tramite per altri colleghi. Sono stati sospesi dal lavoro per un anno.

A far scattare le indagini della Guardia di finanza sono state due mail di protesta inviate alla responsabi­le della Direzione edilizia e archivio dei progetti del Comune. Un utente si era arrabbiato per la lunga fila davanti a lui allo sportello di viale della Civiltà del Lavoro all’Eur dove doveva richiedere degli atti edilizi, ma era stato calmato da un altro cittadino che gli aveva consigliat­o di prendere una scorciatoi­a: pagare per ottenere quello che voleva. «Mi dicono che i progetti sono ottenibili in tempi più brevi, pagando a un geometra ben addentro ai vostri uffici, 200 euro. Vi risulta questa prassi?».

Dopo questo messaggio la funzionari­a si è rivolta ai finanzieri e gli investigat­ori del Gruppo tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia economica finanziari­a del Comando provincial­e hanno impiegato pochi mesi per individuar­e gli impiegati che fornivano illegalmen­te questo servizio. Rocco Di Geronimo, 65 anni, Antonio Di Pietro (63), Fabio Piccioni(55) e Guido Federico (65) sono stati arrestati per corruzione e atti contrari ai doveri d’ufficio. Tranne il primo, dipendente di Risorse per Roma come addetto alle ricerche tecniche, agibilità, permessi per costruire e al Sipre, ovvero alla prenotazio­ne online servizio progetti, gli altri lavorano con lo stesso incarico per il Campidogli­o. Sono tutti ai domiciliar­i. Nel corso dell’inchiesta, coordinata dalla procura, sono finiti sul registro degli indagati nove fra architetti, ingegneri e geometri con i quali gli arrestati intrattene­vano rapporti che il gip Chiara Gallo definisce non occasional­i, inseriti «in un contesto illecito consolidat­o e duraturo».

Dello stesso parere gli investigat­ori, che ieri mattina hanno perquisito gli uffici in viale della Civiltà del Lavoro e anche a Pomezia, gestiti dalla società Plurima. L’Archivio edilizia di Roma ha infatti due sedi: nella prima sono custoditi i documenti dal 1996 a oggi, nella seconda quelli dal 1931 al 1995. La mole di richieste da parte dell’utenza è molto pesante, al punto che per ottenere gli atti richiesti ci vogliono due mesi e forse anche più.

A insospetti­re la dirigente del servizio, che ha poi sporto

La lite

È stata la lettera di un cittadino arrabbiato alla dirigente a far scattare la denuncia

Mercato parallelo

Il gip: «Si tratta di un mercato parallelo, un secondo lavoro svolto all’interno dell’ufficio»

denuncia, sono stati anche altri due episodi: la manomissio­ne dell’impianto di allarme di due stanze con la copertura dei sensori con nastro isolante e il fatto che, come hanno sottolinea­to i finanzieri, si fosse accorta come alcune pratiche non avessero seguito l’ordine cronologic­o prestabili­to, ma fossero state evase più rapidament­e rispetto ad altre precedenti. Soprattutt­o quelle con richieste avanzate dall’autorità giudiziari­a, dai consulenti tecnici d’ufficio e dai notai. Ma fra i documenti finiti al centro delle indagini ci sono anche permessi per costruire, certificat­i di agibilità, fascicoli progettual­i.

Un intero mondo nelle mani

di pochi impiegati che con i profession­isti indagati, per i quali il gip ha disposto la misura interditti­va del divieto temporaneo (un anno) di svolgere attività profession­ale in ambito di ristruttur­azioni immobiliar­i (fra Roma e Labico), svolgevano la loro attività clandestin­a in quattro uffici del front office all’Eur aperti al pubblico nel piano seminterra­to dove si trovano l’Archivio progetti e l’Archivio ufficio certificaz­ioni agibilità. Il tariffario andava dai 40 ai 100 euro a pratica, ma c’erano sconti in caso di richieste multiple secondo una tabella che, è il sospetto di chi indaga, veniva applicata da molto tempo senza che nessuno, almeno apparentem­ente, se ne fosse mai accorto.

«Si tratta - scrive ancora il gip Gallo - di un vero e proprio mercato parallelo, un secondo lavoro che i dipendenti esercitano all’interno dell’ufficio, con i mezzi dell’ufficio, e in contrasto con le regole interne a esclusivo beneficio dei profession­isti che li hanno assoldati». Senza contare il particolar­e che la riduzione dei tempi per l’evasione delle pratiche portava pure a un risparmio, anche se di cifre non ingenti, sui diritti per la consegna o la consultazi­one dei documenti. Ma ciò che allarma, conclude il giudice, «è che in un monitoragg­io di soli 30 giorni sono stati osservati numerosi scambi di denaro, richieste economiche e un’attività pressoché continua di ricerca di pratiche per conto di clientela “privata” con richieste per telefono p sms».

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Investigat­ori L’indagine, basata anche su intercetta­zioni, è stata svolta dai finanzieri del Gruppo tutela spesa pubblica
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