Rutelli: «Sì allo stadio, anzi sì a due stadi I soldi per la viabilità? Ci sono, non spesi»
Sì dell’ex sindaco al nuovo impianto. «Nasca la zona internazionale»
«Lo stadio della Roma va fatto. Anzi, ne vanno fatti due», dice Francesco Rutelli riferendosi alla sua squagiunge. dra del cuore, quella Lazio che vorrebbe costruire il proprio impianto lungo la Tiberina. «Certo, come a Tor di Valle anche per loro ci sarebbero problemi di viabilità…», ag- L’ex sindaco della città, 64 anni, oggi presidente dell’Anica, l’associazione dei produttori italiani di cinema e audiovisivi, non vuole parlare di politica ma alla fine parla di amministrazione, che in una città come la nostra è un po’ più che parlare di politica. E lui di amministrazione se ne intende. Ha gestito per poco più di sette anni (1993-2001) il Campidoglio imprimendo una svolta virtuosa a una città che usciva da Tangentopoli con le ossa rotte.
Ha condotto in porto il Giubileo del 2000 da commissario straordinario spendendo in tre anni quelli che oggi sarebbero 850 milioni di euro assegnati al Comune, per restituire al palcoscenico internazionale una Roma lustra ed efficiente.
Ma è davvero convinto che lo stadio vada fatto malgrado lo scenario di «traffico catastrofico» prefigurato dagli esperti del Politecnico di Torino?
«Sì, convinto. Sarebbe un peccato non ascoltare un’esigenza che viene dalla città, e fa bene questa amministrazione ad ascoltarla. Ma, primo, è cambiato lo scenario dei valori urbanistic; sono scesi fortemente i prezzi a metro quadro per l’edilizia commerciale, residenziale, direzionale. Secondo, c’è il problema grave della viabilità. Bisogna puntare sul potenziamento delle linee su ferro già esistenti – Roma-Lido e Roma-Fiumicino – e dare una risposta anche sul piano della efficienza stradale».
Quanti soldi, per sua esperienza, servirebbero?
«Le posso dire che quand’ero sindaco abbiamo fatto con Fs la linea San Pietro-La Storta in 24 mesi, costata 250 miliardi di vecchie lire, circa 130 milioni di euro».
E il Comune di Roma dove trova questi soldi per potenziare le due linee ferrate?
«I soldi si trovano perché ci sono molti miliardi bloccati e non spesi dallo Stato per carenze progettuali o di autorizzazione»
Lei ha speso tutti i soldi del Giubileo?
«Fino all’ultima lira. Facevamo le gare d’appalto. Le imprese vincevano con un ribasso per aggiudicarsi il lavoro. Allora stabilimmo che con quei soldi risparmiati andavano comprati autobus e mezzi Ama nuovi».
Anche adesso si stanno finalmente comprando bus nuovi.
«Sì con queste strade, con la cattiva manutenzione, rischiano di rompersi subito».
Perché il traffico intorno al futuro stadio della Roma sarà «catastrofico»?
«Perché in parte è già adesso congestionato. In quel quadrante di Roma ci vivo da quasi 60 anni. So che quando ci saranno le partite i tifosi prenderanno il raccordo e poi resteranno imbottigliati allo svincolo. Il traffico sul Gra è una brutta bestia. Le racconto che a metà degli anni Novanta, allora ero sindaco, un pomeriggio ricevetti un’ondata di proteste e telefonate: si era bloccato tutto fino all’aeroporto per l’inaugurazione di un enorme centro commerciale non autorizzato. Pensi a cosa potrebbe succedere se migliaia di automobilisti si incolonnassero per una partita di calcio».
Però resta ottimista.
«Sì, le cose si possono fare. Le dico di più. In quell’area, se si risolvessero i problemi di accessibilità, potrebbe nascere una vera e propria cittadella internazionale»
Spieghi, per favore
«Lì si è vicini alla più grande azienda della regione, cioè l’Aeroporto di Fiumicino, e ci sono in quell’area le sedi Onu del Programma alimentare mondiale e dell’Ifad. Siamo non lontani dalla Fao. In un futuro, trasferendo la Fao nell’area di Tor di Valle, quello potrebbe diventare un vero distretto internazionale. E si libererebbe il palazzo del demanio che ora l’Italia dà all’agenzia alimentare mondiale».
Per farne che?
«Un’innovativa struttura alberghiera e di accoglienza turistica di fronte al Circo Massimo, servita dal metrò».
E il nuovo stadio?
«Quando non ci sono partite sarebbe un luogo eccellente per spettacoli di grande levatura».
Ma lei, per caso, vuole tornare a far politica?
«Neanche per idea. Ho già dato. Sono romano e amo moltissimo la mia città».
❞ Favorevole anche allo stadio per la Lazio, ma anche lì problemi di traffico
Fare la San Pietro-La Storta costò 250 miliardi di lire e due anni di lavori