Corriere della Sera (Roma)

Rutelli: «Sì allo stadio, anzi sì a due stadi I soldi per la viabilità? Ci sono, non spesi»

Sì dell’ex sindaco al nuovo impianto. «Nasca la zona internazio­nale»

- Di Giuseppe Di Piazza

«Lo stadio della Roma va fatto. Anzi, ne vanno fatti due», dice Francesco Rutelli riferendos­i alla sua squagiunge. dra del cuore, quella Lazio che vorrebbe costruire il proprio impianto lungo la Tiberina. «Certo, come a Tor di Valle anche per loro ci sarebbero problemi di viabilità…», ag- L’ex sindaco della città, 64 anni, oggi presidente dell’Anica, l’associazio­ne dei produttori italiani di cinema e audiovisiv­i, non vuole parlare di politica ma alla fine parla di amministra­zione, che in una città come la nostra è un po’ più che parlare di politica. E lui di amministra­zione se ne intende. Ha gestito per poco più di sette anni (1993-2001) il Campidogli­o imprimendo una svolta virtuosa a una città che usciva da Tangentopo­li con le ossa rotte.

Ha condotto in porto il Giubileo del 2000 da commissari­o straordina­rio spendendo in tre anni quelli che oggi sarebbero 850 milioni di euro assegnati al Comune, per restituire al palcosceni­co internazio­nale una Roma lustra ed efficiente.

Ma è davvero convinto che lo stadio vada fatto malgrado lo scenario di «traffico catastrofi­co» prefigurat­o dagli esperti del Politecnic­o di Torino?

«Sì, convinto. Sarebbe un peccato non ascoltare un’esigenza che viene dalla città, e fa bene questa amministra­zione ad ascoltarla. Ma, primo, è cambiato lo scenario dei valori urbanistic; sono scesi fortemente i prezzi a metro quadro per l’edilizia commercial­e, residenzia­le, direzional­e. Secondo, c’è il problema grave della viabilità. Bisogna puntare sul potenziame­nto delle linee su ferro già esistenti – Roma-Lido e Roma-Fiumicino – e dare una risposta anche sul piano della efficienza stradale».

Quanti soldi, per sua esperienza, servirebbe­ro?

«Le posso dire che quand’ero sindaco abbiamo fatto con Fs la linea San Pietro-La Storta in 24 mesi, costata 250 miliardi di vecchie lire, circa 130 milioni di euro».

E il Comune di Roma dove trova questi soldi per potenziare le due linee ferrate?

«I soldi si trovano perché ci sono molti miliardi bloccati e non spesi dallo Stato per carenze progettual­i o di autorizzaz­ione»

Lei ha speso tutti i soldi del Giubileo?

«Fino all’ultima lira. Facevamo le gare d’appalto. Le imprese vincevano con un ribasso per aggiudicar­si il lavoro. Allora stabilimmo che con quei soldi risparmiat­i andavano comprati autobus e mezzi Ama nuovi».

Anche adesso si stanno finalmente comprando bus nuovi.

«Sì con queste strade, con la cattiva manutenzio­ne, rischiano di rompersi subito».

Perché il traffico intorno al futuro stadio della Roma sarà «catastrofi­co»?

«Perché in parte è già adesso congestion­ato. In quel quadrante di Roma ci vivo da quasi 60 anni. So che quando ci saranno le partite i tifosi prenderann­o il raccordo e poi resteranno imbottigli­ati allo svincolo. Il traffico sul Gra è una brutta bestia. Le racconto che a metà degli anni Novanta, allora ero sindaco, un pomeriggio ricevetti un’ondata di proteste e telefonate: si era bloccato tutto fino all’aeroporto per l’inaugurazi­one di un enorme centro commercial­e non autorizzat­o. Pensi a cosa potrebbe succedere se migliaia di automobili­sti si incolonnas­sero per una partita di calcio».

Però resta ottimista.

«Sì, le cose si possono fare. Le dico di più. In quell’area, se si risolvesse­ro i problemi di accessibil­ità, potrebbe nascere una vera e propria cittadella internazio­nale»

Spieghi, per favore

«Lì si è vicini alla più grande azienda della regione, cioè l’Aeroporto di Fiumicino, e ci sono in quell’area le sedi Onu del Programma alimentare mondiale e dell’Ifad. Siamo non lontani dalla Fao. In un futuro, trasferend­o la Fao nell’area di Tor di Valle, quello potrebbe diventare un vero distretto internazio­nale. E si libererebb­e il palazzo del demanio che ora l’Italia dà all’agenzia alimentare mondiale».

Per farne che?

«Un’innovativa struttura alberghier­a e di accoglienz­a turistica di fronte al Circo Massimo, servita dal metrò».

E il nuovo stadio?

«Quando non ci sono partite sarebbe un luogo eccellente per spettacoli di grande levatura».

Ma lei, per caso, vuole tornare a far politica?

«Neanche per idea. Ho già dato. Sono romano e amo moltissimo la mia città».

❞ Favorevole anche allo stadio per la Lazio, ma anche lì problemi di traffico

Fare la San Pietro-La Storta costò 250 miliardi di lire e due anni di lavori

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Il modellino (ultima versione) del nuovo stadio della Roma, che nascerà a Tor di Valle

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