Inzaghi prudente: «Non rischio Immobile»
Pallotta difende Kolarov e oggi incontra Eurnova
A ruota libera. Come sempre quando può parlare a SiriusXM FC, la radio dell’amico Charlie Stillitano, senza gli antipatici giornalisti a fare domande scomode sui tempi dello stadio di proprietà.
James Pallotta fa un giro a 360 gradi intorno alla Roma, il giorno dopo la vittoria in Champions contro il Porto e, soprattutto, la doppietta di Nicolò Zaniolo che negli States adesso chiamano «the teenage sensation». Si parte naturalmente da lì e si parte scherzando. Stillitano chiede: come è possibile che all’Inter non abbiano visto il suo talento? Pallotta risponde: «Io ho visto molti suoi video e mi è sembrato di rivedere il giovane Stillitano che giocava a Princeton».
Si scherza anche con i sentimenti, quando Charlie chiede se per costruire lo stadio nuovo la Roma dovrà vendere Zaniolo. Pallotta ride e poi promette: «No, non abbiamo necessità di vendere. Non è come con Alisson, lui voleva andare via e c’era un’offerta di 70 milioni... Poi abbiamo preso Olsen, che è bravo. Ragazzi come Zaniolo e Pellegrini sono intelligenti e maturi, più di quanto potete immaginare. Nella mia mente sono loro i futuri leader della Roma».
Oltre ai giovani, però, c’è anche la difesa di un «grande vecchio» e cioè di Aleksander Kolarov, nel mirino della curva Sud che martedì sera ha esposto uno striscione inqualificabile contro il serbo: «Non capisco. Kolarov è un leader, si allena benissimo, è una guida proprio per giovani come Nicolò e Lorenzo. Ha sbagliato? Può darsi, ma chi nella vita non ha mai sbagliato? Vorrei avere 22 Kolarov, vorrei averli anche ai Boston Celtics».
E Pallotta vorrebbe anche avere qualche punto in più in campionato: «Ne abbiamo persi troppi, potevamo essere secondi vicini al Napoli o terzi. È colpa anche di tanti stupidi infortuni muscolari. Speriamo di chiudere al quarto posto».
Un passaggio, doveroso, arriva anche sulla telenovela dell’impianto di proprietà: «La sindaca ha detto che per la fine dell’anno partiremo, si comincerà a scavare il terreno. Andiamo più veloci rispetto agli ultimi sette anni. Lo stadio è la chiave della crescita futura. Sarà di proprietà della Roma, la gente non lo capisce, pensa sia il mio giocattolo. Invece i ricavi andranno al club. Per crescere è tutta una questione economica, puoi essere il più bravo del mondo a scovare giocatori ma poi il Barcellona ha un miliardo di ricavi all’anno. Il Financial Fair Play? A volte lo capisco e a volte no. Il presidente della Uefa, Ceferin, ha detto che si è chiusa la prima fase e che adesso si apre la seconda, che dovrà portare più equità nel mondo del calcio. Lo spero, perché la Roma ha sempre rispettato le regole».
A proposito di stadio, oggi il presidente è pronto a ricevere a Boston i vertici di Eurnova per chiudere l’acquisto dei terreni di Tor di Valle, sui quali costruire il nuovo stadio. Una delegazione dell’azienda è partita ieri da Roma e l’incontro con Pallotta è già fissato. La cessione dovrebbe concretizzarsi per una cifra vicina ai 100 milioni di euro.