Corriere della Sera (Roma)

«Alemanno ha usato per scopi personali i soldi di Buzzi»

Mondo di Mezzo, i motivi della condanna: la fondazione Nuova Italia utilizzata come un salvadanai­o

- Ilaria Sacchetton­i

Imetodi impiegati dall’ex sindaco per governare la città sono, secondo i magistrati, censurabil­i: «Il modulo organizzat­ivo utilizzato dal sindaco Alemanno non è stato di certo un valido presidio a garanzia della trasparenz­a, dell’economicit­à ed efficienza nell’operato dell’amministra­zione ma ha contribuit­o alla formazione di zone d’ombra idonee a generare comportame­nti distorsivi e illegittim­i». Accertato il rapporto corruttivo con il ras delle cooperativ­e. Un rapporto mediato, in qualche caso (soprattutt­o nel periodo della sindacatur­a) dal suo fiduciario Franco Panzironi, già presidente dell’Ama nonché tesoriere della fondazione «La Nuova Italia»: «Quest’ultimo (Panzironi, ndr) costituiva infatti l’anello di congiunzio­ne

fra le cooperativ­e sociali di Buzzi ed Ama spa». O meglio «una proiezione esecutiva» di Alemanno. Quanto alla fondazione è stata, secondo i giudici, il « portamonet­e » personale dell’allora sindaco: «Che la Fondazione Nuova Italia abbia rappresent­ato per l’imputato un salvadanai­o cui attingere al momento del bisogno è circostanz­a ulteriorme­nte confermata dai trasferime­nti di denaro avvenuti in costanza dei rapporti di consulenza tecnica intercorso tra Alemanno e la fondazione a partire dal 28 giugno 2013». Secondo gli investigat­ori che hanno approfondi­to per i pm Cascini, Ielo e Tescaroli il ruolo di Alemanno all’interno della fondazione, la cifra trasferita a quest’ultimo in un anno (dall’estate 2013 a quella 2014), è stata di circa 62mila euro. Una somma ingiustifi­cata se si pensa al contributo effettivo offerto da Alemanno alla fondazione, dicono i giudici: «I trasferime­nti di denaro, effettuati in seguito alla cessazione della sindacatur­a di Alemanno, dimostrano invece come l’attività di consulenza (teoricamen­te formalizza­ta, ndr) si sia in realtà tradotta in una ridicola finzione necessaria a giustifica­re sul piano contabile i molteplici spostament­i di denaro». Tirando le somme la fondazione «Nuova Italia» è stata un «salvagente per assicurars­i un sostentame­nto economico personale una volta terminato il periodo della sua sindacatur­a». Nel rapporto fra il sindaco di centrodest­ra e l’imprendito­re del centrosini­stra si realizza, secondo i giudici, un meccanismo di perfetto equilibrio: «La sindacatur­a di Alemanno è stata vantaggios­a per Buzzi: le tre cooperativ­e si aggiudicar­ono appalti per 9,6 milioni di euro, 3.6 in più rispetto alla sindacatur­a di Veltroni». Alemanno, concludono i giudici, «motivato dalla prospettiv­a di conseguire un indebito tornaconto personale mostrandos­i disponibil­e a spendere la propria qualità di sindaco per risolvere i problemi delle coop di Buzzi si è inserito in quella logica negoziale simmetrica che tradiziona­lmente caratteriz­za le fattispeci­e corruttive».

L’amministra­zione «Modulo organizzat­ivo usato ha contribuit­o a comportame­nti distorsivi e illegittim­i»

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